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di Giansandro Rosasco | 02 Settembre 2013 | in categoria/e attualita diritto edizione cartacea salute

Utente risarcita da Idrotigullio: apripista per una class action. Ora il referendum votato da tutti dovrà essere rispettato

"Dall'accampamento dei Filistei uscì un campione, chiamato Golia, di Gat; era alto sei cubiti e un palmo. Aveva in testa un elmo di bronzo ed era rivestito di una corazza a piastre, il cui peso era di cinquemila sicli di bronzo. Portava alle gambe schinieri di bronzo e un giavellotto di bronzo tra le spalle. L'asta della sua lancia era come un subbio di tessitori e la lama dell'asta pesava seicento sicli di ferro; davanti a lui avanzava il suo scudiero". Golia rivolse all'esercito di Saul la sua sfida ma nessuno degli ebrei osò accettarla eccetto un giovane di nome Davide che disse a Saul: "Nessuno si perda d'animo a causa di costui. Il tuo servo andrà a combattere con questo Filisteo".
E’ la battaglia di Davide contro Golia e sappiamo tutti come andò a finire: Davide con il solo ausilio di una fionda abbattè il gigante e infine decapitò il suo cadavere diventando leggenda. Così, ogni volta che ci si imbatte in un'impresa che sembra impossibile ecco spuntare questo mito che oggi ha il nome e il volto di una guerriera senza nemmeno la fionda ma armata di determinazione: Elisabetta Del Signore, milanese residente a Portofino. Quando decise di cominciare la battaglia contro il gigante Idrotigullio (società del gruppo Iren che gestisce il servizio dell'acqua nel levante) l’impresa poteva apparire improba: si rifiutò infatti di pagare la remunerazione del capitale nella tariffa dell’acqua, ovvero il profitto del gestore per una cifra che nella sua bolletta era di soli 8 Euro. Ma "è una questione di principio" come disse all'epoca senza mezzi termini. La vicenda, grazie anche all'eco dei media locali, riscosse un interesse tale che il comitato Acqua pubblica di Genova diventò "una fionda mediatica” nelle mani di Elisabetta. E' infatti notizia di pochi giorni fa che il giudice di pace di Chiavari ha accolto la sua domanda condannando l'azienda a rifonderle la somma di euro 21,09 per la remunerazione di capitale, in parole semplici ''il profitto del gestore''. La somma si deve al fatto che è retroattiva e tiene conto delle bollette pagate dal 2011 in poi, ossia dall’approvazione del Referendum. Ma l’impresa di Elisabetta non è fine a se stessa e avrà delle notevoli ripercussioni perché porterà inevitabilmente ad una class action (un'azione legale collettiva) contro le società di gestione dell’acqua per ottenere la restituzione del 22% della bolletta. C’è da prevedere che coinvolgerà molti cittadini, con l'obbiettivo di riavere le somme ingiustamente pagate e soprattutto far dimenticare l’inerzia di un intero Paese, che in due anni non è stato in grado di applicare il verdetto sovrano di un referendum votato nel giugno del 2011.

Per aderire alla class action: 320.2738711
gruppoacquagenova@gmail.com

Tratto da CORFOLE! del 9/2013, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata

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