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benessere, cucina, cultura, edizione cartacea, ricette
di Sergio Garreffa | 09 Luglio 2013 | in categoria/e benessere cucina cultura edizione cartacea ricette
VINI DI LIGURIA - "Tenuta Anfosso": da generazioni l'amore per la vigna produce grandi vini autoctoni, come il Rossese di Dolceacqua Superiore Luvaira 2010
Oggi si può dire che la realtà dei vini liguri è in piena e costante crescita non solo quantitativamente (anche se le rese restono limitate) ma soprattutto qualitativamente e il Rossese di Dolceacqua ne è il Re, prima DOC della Liguria nel lontano 28 Gennaio 1972.
L'azienda Tenuta Anfosso si trova a Soldano nel Ponente, tra le Alpi e il mare, in Val Verbone, dove nei secoli gli avi hanno costruito grandi anfiteatri in pietra salvaguardando il territorio in questi terreni rocciosi e battuti dal vento. Qui la vite era già coltivata dal VI secolo a.C. all’epoca dell’impero romano fino al 1600 e nell’ultimo secolo. In questi terreni difficili gli abitanti e soprattutto i viticoltori con amore e dedizione continuano ancora oggi a trasmettere da padre in figlio la passione per la terra e per la vigna. La forma di allevamento della vite più diffusa è l'alberello come vuole la tradizione mediterranea, affinchè la chioma della pianta ombreggi il piede e la radice proteggendoli dall'azione diretta del sole nelle ore più calde. Le viti sono allevate solitamente in vigneti disposti a terrazza e le operazioni di mantenimento, proprio per via del terreno impervio, sono tutte fatte manualmente. L'azienda "Tenuta Anfosso" si tramanda da generazioni l’arte di fare il vino e coltivare la vigna: già nel 1888 il bisnonno reimpiantò il vigneto "Poggio Pini", uno dei "Cru" più importanti del Rossese di Dolceacqua. La strada proseguì con il nonno Arturo e con il padre Luciano, commercializando il vino in botti come era in uso a quei tempi. Nel 2002 Alessandro, figlio di Luciano, reimpianta altri 7000 mq nei terreni confinanti abbandonati, una volta già appartenuti alla famiglia e oggi fortunatamente riacquistati assieme alla moglie Marisa, e si arriva così a 1,25 ettari. Nel 2003 il primo Rossese di Dolceacqua prodotto e imbottigliato, con circa 4500 bottiglie, una vera chicca; nel 2004 acquistano altri 10.000 mq a San Biagio della Cima in località "Luvaira" altro importante "Cru" e tra il 2005/6 altri 19.000 mq sempre in Luvaira, confermando così che questa famiglia ha sempre creduto in questo grande vitigno e nel suo potenziale e il tempo gli ha dato ragione: un vino che con i suoi "Cru" ha fatto e farà deliziare i palati di tutto il mondo.
Oggi l'azienda è arrivata a 42.000mq di cui 34.000mq sono vitati con una produzione di circa 20 mila bottiglie tra il Superiore Poggio Pini, il Superiore Luvaira, il Classico Superiore, lo Sciacau rosato e il Rossese bianco "Antea". Alessandro e Marisa portano avanti questa sfida da tempo con la rivalutazione e la vinificazione del Rossese bianco "Antea", vitigno autoctono quasi del tutto scomparso, mentre l'ultimo nato è il rosato Sciacau, uscito nel 2002 vinificato con uve di Rossese di Dolceacqua al 100% in una cantina con magazzini completamente ristrutturata e attrezzata con macchinari moderni. Molti i premi con cui l'azienda ha saputo ritagliarsi in poco tempo uno spazio di tutto rispetto nel panorama vinicolo: per 6 edizioni alla Douja D'or di Asti, rassegna molto importante nel panorama nazionale; Premio "I cento vini migliori d'Italia” da parte di Paolo Massobrio con Luvaira 2007; Premio con medaglia d'oro per il Rossese di Dolceacqua Superiore Luvaira 2008 al 19° Concorso Internazionale Vini di Montagna Cervim; Premiato il Rossese di Dolceacqua Superiore 2009 con i 5 Grappoli della guida Duemilavini 2012 in collaborazione con l'Associazione Italiana Sommelier; Premiato il Rossese di Dolceacqua Superiore Luvaira 2010 nella Slow Wine 2013 e nella guida Migliori Vini d'Italia 2013.
DEGUSTAZIONE: Rossese di Dolceacqua Superiore Luvaira 2010
Limpido in una tonalità che va dal rosso rubino con leggeri riflessi granato, consistente e ricco di estratti per una buona struttura, all'esame olfattivo sensazioni che vanno dalla ciliegia all'amarena e una piacevole sensazione di violetta e piccole note speziate di pepe nero e chiodo di garofano. Al palato l'impatto esprime un giusto corpo con un tannino non incisivo ma ben amalgamato.
ABBINAMENTI: portate importanti, formaggi stagionati e piatti della tradizione come coniglio con olive taggiasche, agnello in Fricassea con carciofi, capra con fagioli, un giusto connubio tra la carne e i legumi per un adeguato equilibrio gustativo.
CONTATTI: C.so Verbone 175 Soldano (Im) tel. 0184-289906 Cell. 338-3116590
A cura di Sergio Garreffa, sommelier
Tratto da CORFOLE! del 7/2013, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata
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