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attualita, edizione cartacea, sport
di Matteo Capurro | 09 Luglio 2013 | in categoria/e attualita edizione cartacea sport
Una città intera si mobilita per la piscina: ma cosa si cela dietro a tanta passione? Speranze, ricordi, aspetti storici e sociali legano una comunità a un simbolo che rappresenta anche un orgoglio sportivo nazionale
Lo scorso maggio ha conquistato il suo 27° scudetto nella piscina di…Sori. Eppure la Pro Recco è la squadra di pallanuoto più titolata d’Italia, da sempre un vanto per Recco ed è per questo motivo che la ristrutturazione della piscina di Punta Sant’Anna è un tema così sentito in città. Ma ci sono anche dei risvolti storici. Vediamoli. “Confrontarsi per crescere” è il motto scelto dall’associazione “Recco Pro”, una comunità nata alcuni mesi fa con lo scopo di sostenerne appunto le iniziative sportive e sociali della Pro Recco Pallanuoto, risvegliare l‘entusiasmo dei tifosi ma soprattutto puntare i riflettori su un problema da sempre al centro delle discussioni e ancora irrisolto: l’impossibilità di far disputare le gare della squadra recchese nella piscina di Punta Sant’Anna, bisognosa di una complessiva opera di ristrutturazione.
La guerra, la ricostruzione, la rinascita di una comunità e la sua fama nel mondo attraverso lo sport: ecco il vero significato della piscina di S. Anna
“La piscina fu il coronamento della ricostruzione del paese di Recco dopo la distruzione dei bombardamenti - spiega Michele Pizzo, portavoce dell’associazione - quando la Pro Recco, allora formata solo da ragazzi del paese, rischiò di dover rinunciare alla serie A appena conquistata, tutta la città si diede da fare per la costruzione di un molo che proteggesse lo specchio acqueo e permettesse all’arbitro la gestione delle partite dalla terraferma e successivamente di un vero e proprio stadio del nuoto. La partecipazione della cittadinanza non fu simbolica, tutti contribuirono con lavoro e materiali sotto la direzione del sindaco Antonio Ferro a cui è dedicata la piscina.” Ma ci sono anche dei risvolti sociali che spiegano il senso di comunità attorno a questa vicenda: “I successi della squadra sportiva - prosegue Pizzo - hanno trascinato per anni la popolazione di questo piccolo paesino nel paradiso sportivo: Recco è conosciuta ovunque grazie alla Pro Recco ed è molto difficile non esserne orgogliosi. Fino al 2008 la piscina ha rappresentato un centro sociale, un asilo, un teatro per la città: tutti i bimbi hanno imparato a nuotare lì, spesso sotto la guida di qualche campione come Franco Lavoratori, e tante famiglie lombarde e piemontesi hanno scelto Recco come luogo di villeggiatura per avvicinare i figli alle discipline del nuoto e della pallanuoto. Nelle sere estive bastava accendere i riflettori per attirare centinaia di persone: in piscina si svolgevano partite di pallanuoto, gare di nuoto, esibizioni di nuoto sincronizzato ma anche proiezioni di film, giochi acquatici, serate musicali. Per questo la piscina di Punta Sant’Anna oltre ad essere un ‘santuario’ per gli sportivi era anche una risorsa inestimabile per il tessuto commerciale”.
La complessità burocratica della vicenda
Nei mesi scorsi “Recco Pro” ha preso alla lettera il proprio motto, cercando costantemente un dialogo con l’amministrazione comunale: una ricerca di confronto da parte dell’associazione attraverso l’esercizio di un’intransigente attività di verifica dell’azione amministrativa e la pubblicazione di numerose lettere aperte rivolte in primis al sindaco di Recco Dario Capurro. La principale critica rivolta al Comune riguarda l’istituzione di una commissione, composta da consiglieri comunali di maggioranza e opposizione, creata per seguire la stesura dell’accordo da sottoscrivere tra l’amministrazione e la Pro Recco (quest’ultima lo scorso gennaio aveva indetto un’assemblea pubblica per palesare la volontà di adoperarsi in prima persona per la ristrutturazione dell’impianto natatorio). Commissione consigliare giudicata dal Comune utile per impegnare attraverso la partecipazione e la condivisione tutte le forze politiche presenti oggi in consiglio comunale costituendo un vincolo politico per chiunque risultasse vincitrice delle elezioni comunali del 2014 a dare corso a quanto convenuto mentre per “Recco Pro” considerata principalmente una perdita di tempo, dato che l’istituzione di un analogo strumento non risultò necessaria per l’avvio dei lavori di altri progetti esaminati dall’attuale giunta. Per quanto riguarda la questione della piscina a Recco una cosa è certa: la complessità dell’operazione sta allungando a dismisura i tempi e si continua a prospettare una “luce alla fine del tunnel” che però puntualmente svanisce. Numerosi i temi con cui, chi di dovere, deve fare i conti: la legge regionale che pone limiti urbanistici ai comuni privi di depuratore, la piscina demaniale con il Comune che risulta solo concessionario con atto in scadenza nel 2015, il legame tra la ristrutturazione dell’impianto di Punta Sant’Anna e un altro importante progetto, la riqualificazione dell’area ex Iml di proprietà della “San Rocco Immobiliare”, società mandataria di un’Associazione Temporanea di Imprese costituita con “Pro Recco Nuoto e Pallanuoto” e la costituenda “Fondazione Ida Bisso e Antonio Ferro” che risulta essere il soggetto interlocutore del Comune per quanto riguarda il protocollo d’intesa per la piscina. Proprio nell’area ex Iml era prevista la realizzazione di una nuova piscina che, insieme ad altri servizi, rappresentava gli oneri di urbanizzazione che avrebbero “controbilanciato” le nuove costruzioni: nelle ultime settimane Comune e Pro Recco si sono incontrati manifestando la reciproca volontà di superare l’attuale previsione urbanistica per l’area ex Iml spostando il previsto scomputo degli oneri dall’impianto da realizzare alla ristrutturazione e messa a norma della piscina di Punta Sant’Anna, fermi restando tutti gli altri elementi già compresi nel piano, a cominciare dalla nuova struttura polivalente da mettere a disposizione delle altre società sportive. L’amministrazione si è impegnata ad esplicitare la propria volontà in un documento formale da portare tempestivamente all’approvazione del consiglio comunale.
Il lato positivo: questa battaglia ha riacceso il senso di appartenenza
Come dimostrato, il contesto risulta essere veramente complesso e i soggetti chiamati a dipanare la matassa sono tanti, non solo il Comune, ma anche la Provincia, la Regione, il Demanio e la Corte dei Conti. Ecco perché risultano fondamentali le significative iniziative di un’associazione come “Recco Pro”: “Quando abbiamo iniziato la nostra protesta - racconta Pizzo - abbiamo ideato lo slogan ‘Noi vogliamo la piscina…e tu?’ e abbiamo distribuito delle locandine nei negozi. Successivamente, considerata l’adesione entusiastica di tutti, abbiamo proposto l’esposizione delle magliette con lo stesso slogan perché sicuramente più visibili e insolite. La borsa ecologica fu il passo successivo: bellissima l’idea di vedere quotidianamente da parte di tante persone il sostegno alla richiesta di impegnarsi per risolvere il problema ma l’impegno finanziario non era più alla nostra portata e allora abbiamo proposto ai commercianti di Recco l’acquisto delle borse da regalare alla clientela. Un successo inaspettato: più di quaranta esercizi commerciali, in un momento così delicato, hanno ordinato oltre 1500 borse che vediamo tutti i giorni in giro per Recco. La popolazione ha ritrovato in questo slogan un motivo di rinnovata unione dopo che l’esasperazione delle divisioni politiche, sociali o commerciali aveva un po’ diluito il sentimento di appartenenza alla comunità. Niente come la piscina di Punta Sant’Anna è da considerarsi, a Recco, un bene comune e pensare che in questo momento la possibilità di riaverla in funzione sia molto remota ci sconforta moltissimo”.
Tratto da CORFOLE! del 7/2013, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata
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