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di Pier Luigi Gardella | 04 Giugno 2013 | in categoria/e attualita edizione cartacea esperti storia locale wedding

Galeotta fu... una carriola! I matrimoni spesso nascono da incontri strani e imprevedibili: ecco le vostre storie!

Continuate a scrivere ai recapiti in copertina (se siete timidi richiedete l’anonimato)

Fu un carissimo amico che, attraverso una galeotta Caccia al tesoro, mi fece conoscere, nei lontani anni  Sessanta, colei che, per dirla come Guareschi, “avrebbe subdolamente attentato al mio celibato”. Sì fu proprio Attilio, un po’ più grande di me, che mi presentò una dolce ragazza che avrebbe dovuto essere mia partner, ma allora questi inglesismi non usavano, diciamo meglio mia compagna, in una caccia al tesoro che la Pro Loco aveva organizzato per i giovani. Attilio, Tilin per gli amici, era noto tra noi per l’organizzazione di memorabili gite. Un tantino sul genere del Filini di fantozziana memoria: “Andiamo sulla neve, domenica, saremo quaranta!” Immancabilmente ci si trovava in tre, quelli con la macchina non erano potuti venire, andremo in pullman… Lo ricordo tuttavia con tanta simpatia e affetto, anche perché purtroppo non è più tra noi. Un tragico incidente troncò a poco più di trent’anni la sua vita, lasciando in noi, amici dall’infanzia, l’amaro ricordo di un giovane con tanto entusiasmo e tanta voglia di vivere. Fu così che Attilio, sapendo che per quella caccia al tesoro estiva ero momentaneamente scompagnato, mi propose di accoppiarmi con una sua compagna di scuola del “Vittorio Emanuele II” lo storico istituto genovese per geometri e ragionieri. Lì per lì considerai la cosa con sospetto. Eravamo agli inizi della stagione estiva, quando splendide giovani longobarde scendevano in riviera per le vacanze. Temevo un possibile flirt con una genovese che avrei avuto sempre… tra i piedi. Ma poi mi dissi: ma quale flirt, manco la conosco, magari è anche racchia, facciamo questa caccia al tesoro e poi tanti saluti.
Arrivò a Bogliasco quella sera dei primi di luglio. Si chiamava Masita, nome insolito che, poi mi spiegò, era una variazione in salsa spagnola del nome della nonna Tomasina. Non era bellissima, ma certamente non era racchia. Tuttavia ci affiatammo subito in quella caccia al tesoro: tra le varie prove da eseguire ricordo con terrore il trasporto di questa ragazza su una carriola da muratori, lungo una stradina di Bogliasco in ripida salita, con le comari del paese sedute sulla porta di casa a guardarmi ambigue. Mi conquistò il suo modo di fare, la sua semplicità, il suo spirito d’iniziativa. Fu anche grazie a lei che arrivammo al secondo posto e pertanto ci si ripresentò l’occasione di incontrarci nuovamente in occasione della premiazione: una serata sui Bagni Arcobaleno, con musica da juke box e tanti balli lenti: Ti senti sola stasera, Sapore di sale… Mi accorsi che c’era qualcosa, stava nascendo in me qualcosa verso questa ragazza e l’intesa sembrava reciproca. Capii quanto fosse reciproca la cosa dopo alcune… incursioni che Masita fece nelle settimane successive a Bogliasco per comprare rotolini di scotch: infatti, io lavoravo in una cartolibreria per integrare la mia paghetta di studente, e quell’improvviso, sospetto, fabbisogno di nastro adesivo mi fece capire (ma ce n’è voluto…) che avrei dovuto farmi avanti.
Mi sono fatto avanti, e oggi, a 46 anni di distanza, il nastro adesivo lo compriamo assieme.
Pier Luigi Gardella

Tratto da CORFOLE! del 6/2013, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata

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