attualita, edizione cartacea

di Michela De Rosa | 04 Giugno 2013 | in categoria/e attualita edizione cartacea

Vi hanno detto che siete stonati? Ora potete andare a... cantargliene quattro Sara Nastos: salvo le ugole con il metodo della Pausini

Il gruppo Incantando, formato dai suoi allievi, si esibirà all’Andersen il 6 giugno alle 19.00

Parlare di stonati può sembrare un argomento leggero, ma scrivo questo articolo pensando a mia mamma che per tutta la vita ha sofferto per il trauma inflittole dalla sua maestra delle elementari che durante un coro le ha puntato l’indice di fronte a tutti dicendole “Tu taci, sei stonata!”. Da quel giorno le si è letteralmente bloccata la voce. La stessa sorte poteva toccare anche a Maria, una giovane fontanina, ma lei ha una fortuna: sua mamma Sara Nastos è una cantante lirica, nonché insegnante di canto, e ci spiega “Ci sono due tipi di stonature: uno, il più grave, è uditivo, ossia l’orecchio non percepisce la differenza delle note e quindi non le sa riprodurre; l’altra è solo vocale, ossia non si sa usare lo strumento voce e quindi basta imparare le tecniche. Mia figlia  apparteneva a quella più grave ma non le ho mai detto che è stonata, e non bisogna dirlo perché uno si blocca per tutta la vita. Piano piano le ho insegnato a ‘intonare’, cioè a riconoscere e riprodurre le note”. Adesso non solo ha superato il problema, ma canta nel coro ‘Incantando’, creato nel 2011 dalla mamma, e composto sia da ragazzi (dai 13 ai 18) della Filarmonica sia provenienti da altre realtà (es. teatro di Cicagna, Rapallo, etc.). Si esibiscono in concerti e manifestazioni come Expo’ Fontanabuona, Teatro Cantero, Waiting  for Christmas e all’Andersen il 6 giungno li sentiremo sia nella versione coro voci bianche sia come solisti in celebri canzoni di musical e musica leggera di ieri e di oggi. Quest’anno il tema del festival è la Grecia ed essendo Sara di origine ‘ellene’ il gruppo si esibirà anche in un brano tradizionale in lingua.
Imparare l’inglese... cantando
A proposito di lingue straniere, per molti - me compresa - per imparare l’inglese è servita più la musica che la scuola: cercando di capire e ricantare i testi delle canzoni si apprendono sia la sintassi moderna (e non quella di inizi ‘900!) sia la pronuncia, aspetto assai carente anche per chi ha voti alti a scuola. Sara tiene molto alla pronuncia e non manca di fare ‘ripetizione’ agli allievi che poi puntualmente approfittano della possibilità di portare una canzone in inglese all’esame di musica di terza media, ottenendo ottimi risultati. Ovviamente, per la proverbiale vitalità fontanina, in vallata questo non si è mai fatto perché non si sa. Ma certo, cantare a un esame, che roba insensata!
A proposito di scuole, sapete perché le opere non piacciono ai bambini?
Perché spesso li portano a vedere opere inadatte, quando invece ce ne sono tantissime a loro misura. Quindi un appello alle maestre: selezionate le opere in base ai gusti dei bambini e non ai vostri, o creerete altri non appassionati di uno dei nostri patrimoni in estinzione, il bel canto che tutto il mondo ci invidia e ci copia.
Quando la Pausini stava perdendo la voce
Nello studio del noto dott. Franco Fussi ci sono foto di tantissimi cantanti e tra queste spicca quella con dedica della Pausini “all’uomo più importante della mia vita.. e non sei nemmeno il mio fidanzato”: la nota cantante ha infatti rischiato di perdere la voce, ed è stata salvata col metodo Bartelemy, lo stesso di cui Sara è insegnante abilitata. E’ un aspetto molto importante, tanto da essere inserito nel nuovo corso di Vocologia Artistica per logopedisti e cantanti presso l’Università di Bologna, perché altrimenti si fanno danni (rischio noduli), soprattutto ai giovani. Quindi attenzione alla scelta della scuola. Sara ha fatto corsi di didattica a Parigi e a Lucca, cioè - cosa assai rara - ha imparato a insegnare; è cantante lirica mezzo soprano (quest’estate sarà al festival della valle d’Itria, in Puglia) e, oltre alla Società Filarmonica di Chiavari e al coro, insegna privatamente tecnica vocale per aspiranti cantanti di lirica e musical e, con l’esperienza del fratello Nicolas (una delle voci del gruppo Cluster nonché Maestro di pianoforte alla Filarmonica), musica leggera, pop, jazz. Vi ricordate in Sister Act la suorina rossa aveva la vocina flebile e Woody le spinge la pancia con il pungo e... magia, esce la voce. Beh, questo è uno degli esercizi base per tirare fuori la voce, appunto.
Ah, la storia di mia mamma ha un lieto fine: da un paio d’anni frequenta la scuola per la terza età e, oltre a inglese, letteratura e informatica, studia canto: grazie a una maestra che come Sara pensa che gli stonati non esistono, ora canta in un coro.

Tratto da CORFOLE! del 6/2013, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata

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