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9 maggio–30 giugno, Museo di Arte Contemporanea di Villa Croce: Mostra "If a body meet a body" di Julieta Aranda
Il Museo di Arte Contemporanea di Villa Croce presenta la mostra If a body meet a body di Julieta Aranda costituita da opere create appositamente per la prima personale dell’artista in un museo italiano. L’artista ha sviluppato l’intero percorso espositivo del primo piano nobile come una riflessione sulla trasformazione della dicotomia fra lavoro manuale e lavoro intellettuale nel regime della new economy - epoca in cui la classica contrapposizione fra colletti bianchi e tute blu sembra essere archiviata, le rispettive divise appese al muro -, sulla scia delle teorie politiche secondo le quali il sistema economico attuale sarebbe fondato sulla produzione immateriale e lo scambio di segni e perseguirebbe l’asservimento delle facoltà cognitive agli interessi del capitale (semiocapitalismo). Ispirandosi ad alcune serie scultoree presenti in collezione (opere di Guido Galletti, Guido Micheletti e Savina Morra), Aranda raduna una collettività eterogenea fatta di sole teste, una comunità potenzialmente pensante avulsa però dal resto del proprio corpo e dalla corporeità tout court. Testa e mano, corpo e pensiero, simboli del lavoro fisico e di quello cognitivo, orbitano in tutta la mostra come frammenti ormai autonomi, indipendenti l’uno dall’altro, restituendoci l’immagine violenta di una individualità contemporanea decapitata, smembrata e disarticolata nelle sue componenti essenziali.
Il titolo If a body meet a body, intenzionalmente scorretto, è una citazione letterale tratta da un passaggio significativo del romanzo di JD Salinger, Il giovane Holden, in cui il protagonista, interrogandosi sul suo futuro, modifica inavvertitamente la strofa di una poesia ottocentesca trasformando il verso “if a body meet a body” in “if a body catch a body” (da cui il titolo originale del romanzo The Catcher in the Rye). Se il giovane Holden immagina che il suo destino sia quello di afferrare i corpi “prima che cadano nel burrone”, Julieta Aranda recupera l’importanza dell’incontro fra corpi, lasciando intendere che da esso possano scaturire infinite possibilità. I lavori di Julieta Aranda si strutturano come un’indagine aperta sull’idea di tempo e sulle costruzioni sociali che articolano la nostra vita quotidiana. I suoi progetti spesso aspirano a riconfigurare i rapporti economici che regolano il mondo dell’arte, offrendo agli artisti la possibilità di diventare agenti attivi e non soggetti passivi di un’economia post-capitalista. Significativa è la sua collaborazione con Anton Vidokle con cui ha fondato e-flux, network internazionale di informazione sull’arte contemporanea, e realizzato diversi progetti fra cui e-flux video rental, Time/Bank e PAWNSHOP. Nata a Città del Messico (1975), vive fra Berlino e New York. Ha partecipato a numerose collettive tra cui: dOCUMENTA13, 2012; Gwangju Biennial, 2012; Biennale di Venezia, 2011; Performa a New York, 2011; Istanbul Biennial , 2011; Liverpool Biennial, 2010; Moscow Biennale, 2007.
inaugurazione: giovedì 9 maggio ore 18
Museo d’Arte Contemporanea
di Villa Croce
via Jacopo Ruffini 3, 16128 Genova
t +39 010 580069/585772
staffmostre@comune.genova.it
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di Giansandro Rosasco
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