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attualita, edizione cartacea, storia locale
di SIlvia Franchi | 05 Marzo 2013 | in categoria/e attualita edizione cartacea storia locale
La Belle Epoque rapallese: quando era una meta elegante, di lusso e cultura e vi si incontravano Montale e Nietzsche, Hemingway e Pound, Hesse e Kandinskij
Ezra Pound a Rapallo
“Caffé a Rapallo” è una delle poesie contenuta nella splendida “Ossi di Seppia”
Un uomo è seduto al tavolino di uno degli eleganti caffè del lungomare. Dietro al fumo che si solleva dalla bevanda calda – un po' di sollievo vista la fredda giornata – si allungano le figure di compite coppie di signori inglesi, che hanno raggiunto Rapallo per godere delle temperature miti e del panorama d'incanto che offre quella tranquilla località rivierasca. Quel quadretto offre all'uomo lo spunto per estrarre dalla tasca un taccuino, togliere il cappuccio alla scintillante penna stilografica, e tradurre le sue emozioni in versi che poco a poco danno forma ad una poesia: “Natale nel tepidario lustrante, truccato dai fumi che svolgono tazze, velato tremore di lumi oltre i chiusi cristalli, profili di femmine nel grigio, tra lampi di gemme e screzi di sete”. Una poesia che è una dedica all'amico Camillo Sbarbaro, anche lui poeta, nato pochi chilometri più in là, a Santa Margherita. Perché quell'uomo seduto al tavolino è Eugenio Montale, e “Caffé a Rapallo” è il titolo di una delle poesie contenuta nella splendida “Ossi di Seppia”, raccolta pubblicata nel 1925.
La Belle Epoque rapallese
Un periodo, quello a cavallo tra i due conflitti mondiali, che assieme alla Belle Epoque rappresentarono gli anni più fulgidi per Rapallo, meta prediletta di altolocati turisti stranieri e artisti affascinati dalle bellezze del posto. Non a caso lo scenario del lungomare compare in opere di altri letterati. Come il grande Ernest Hemingway. Già, perché il Premio Nobel autore di capolavori come “Per chi suona la campana” e “Il vecchio e il mare” tra il 1922 e il 1923 soggiornò a Rapallo, all'hotel Riviera (nell'odierna piazza IV Novembre) assieme alla moglie Hadley. E di una coppia americana in vacanza in Italia narra “Cat in the Rain” (Gatto sotto la pioggia), uno dei racconti brevi contenuto nella raccolta “In Our Time”, pubblicato nel 1925. La curiosità? I gatti rapallesi si ritrovano anche negli scritti di un altro esponente letterario di spicco, William Butler Yeats, che spesso si ritrovava ai giardinetti dell'allora via delle Palme (oggi via Gramsci) con un altro nome illustre della poesia: Ezra Pound, a cui i giardini sono oggi intitolati e che nella città ruentina soggiornò a lungo, fino a risiedere stabilmente per dieci anni a Sant'Ambrogio di Zoagli. Rapallo e il suo paesaggio rimasero impressi nella mente dell'autore di altri capolavori come “Siddharta” e “Narciso e Boccadoro”: Hermann Hesse, il romanziere tedesco naturalizzato svizzero che agli inizi del Novecento fece tappa nel territorio rapallese nel suo itinerario italiano tra luoghi romantici e suggestivi da cui trarre spunti per un'autobiografia romanzata e carica di sentimento: Peter Camenzind.
“Presso Rapallo lottai per la prima volta col mare, assaggiai la cattiva acqua salsa e la potenza delle onde” scriveva Hesse nell'opera datata 1904. Una ventina di anni prima, nel gennaio del 1883, quello che sarebbe diventato uno dei più grandi e controversi filosofi del Novecento prese carta e penna e iniziò la stesura di uno dei suoi libri più noti sollevando lo sguardo sul Castello e il lungomare rapallese. Il libro era “Così parlò Zarathustra”, e l'autore il filosofo tedesco Friedrich Nietzsche, che soggiornò nell'allora Locanda della Posta. A ricordare la sua permanenza a Rapallo è oggi la targa affissa in piazzetta Est, sul lato opposto ad un'altra targa, quella posta sulla parete del palazzo trecentesco che un tempo ospitava l'hotel Suisse e dove il violinista Jean Sibelius compose la Seconda Sinfonia op. 43. Ispirato dalle bellezze naturali e dall'atmosfera intrisa d'arte che si respirava nei primi vent'anni del Novecento nella cittadina rivierasca fu anche il pittore russo Vasilij Kandinskij, padre dell'Astrattismo: nel dicembre 1905, il suo viaggio in Italia lo portò a farvi tappa, rimanendovi per sei mesi. Ne testimoniano il soggiorno diversi dipinti, come “Barche a Rapallo”, del 1905.
Di quell’epoca d’oro rimane solo una cosa: la nostalgia
Un clima culturale frizzante, che oggi appare distante anni luce. Le pregevoli rotonde sulla passeggiata a mare e gli eleganti alberghi in stile liberty in via delle Palme sembrano un ricordo lontanissimo, che solo le foto d'epoca in seppia immortalano agli occhi delle nuove generazioni, che le osservano con un misto di incredulità e rammarico: rammarico per chi non ha saputo, o voluto, preservare negli anni a venire la Rapallo degli anni d'oro. C'è stata la seconda guerra mondiale, poi il boom economico, il cemento, il business “delle seconde case”; vendute a peso d’oro hanno arricchito molti ma condannato a morte la comunità. Per anni la città ha vissuto dei fasti del passato, ma senza un tentativo convinto di riadattarli ai tempi che, nel frattempo, inesorabilmente cambiavano. Oggi, gli “alberghetti” dell'allora via delle Palme sono chiusi – lo sono da decenni – e cadono a pezzi, così come l'hotel Savoia. Delle rotonde sul lungomare non c'è più traccia, a sostituirle sono le crepe che attraversano l'asfalto “rosso” della passeggiata a mare.
Artisti e letterati di richiamo internazionale, salvo qualche puntata saltuaria, scelgono altri lidi. Restano le immagini e le memorie scritte dei fasti di un tempo. A chi, nei prossimi anni, sarà chiamato alla guida della città – ma anche ad associazioni, consorzi, liberi cittadini – il compito di trovare nuove strategie e idee per un rilancio turistico della città anche e necessariamente in chiave culturale. L'affetto di chi ha immortalato per sempre Rapallo nelle sue opere sia una base per il domani, non un punto d'arrivo di un tempo fastoso e indimenticabile, che però fa parte del passato.
Tratto da CORFOLE! del 3/2013, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata
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