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    attualita, cultura, edizione cartacea, storia locale

    di CLaudia Sanguineti | 05 Febbraio 2013 | in categoria/e attualita cultura edizione cartacea storia locale

    Il Crocifisso Nero di Chiavari : resistette inspiegabilmente a un incendio e fu protagonista di un miracolo che salvò migliaia di levantini. Ma oggi è appena conosciuto e non compare in alcuna guida

    Il Crocifisso Nero di Chiavari : resistette inspiegabilmente a un incendio e fu protagonista di un miracolo che salvò migliaia di levantini. Ma oggi è appena conosciuto e non compare in alcuna guida

    Narra la storia che il Crocifisso risalga al 1200, ma “molti cittadini, a differenza del culto della Madonna dell’Orto, sanno a malapena cos’è”: lo hanno fatto notare di recente il professor Marcello Vaglio e l’esperto di storia locale Cesare Dotti, entrambi dell’associazione culturale O Castello. “Un peccato, perché è stato uno dei fatti religiosi e storici più rilevanti della città. E se non fosse per qualche guida, nei pannelli informativi fuori dalla chiesa di San Giovanni Battista che raccoglie al suo interno il prezioso Crocifisso, non c’è traccia: una mancanza alla quale bisognerebbe rimediare”.

    Il Crocifisso: scampato MIRACOLOSAMENTE all’incendio E’ RIMASTO INSPIEGABILMENTE NERO, NONSTANTE I TRATTAMENTI
    La Confraternita dei Disciplinanti dell’antico oratorio di Sant’Antonio Abate è solita portarlo in processione la sera del Giovedì Santo, in memoria della Passione del Signore. E’ appunto dopo una di queste processioni, presumibilmente intorno al 1600, quando poste le candele non bene spente nel solito luogo, la chiesa viene coinvolta da un incendio che fa cadere persino il tetto e anche parte delle mura. I  Disciplinanti trovano  il Crocifisso coperto di sassi, annerito dal fumo, ma intatto e illeso.  Da allora il Cristo conserva il suo colore fuligginoso anche dopo essere stato per due volte ridipinto al naturale, e viene trasferito nel vicino oratorio della Santissima Annunziata, dove rimane fino al 1641. Il 3 maggio di quell’anno è solennemente traslato alla chiesa di San Giovanni Battista e un anno dopo viene istituita la Compagnia della Santa Croce per testimoniare la devozione al Cristo Nero. Il culto aumenta sensibilmente non solo da parte dei chiavaresi, ma anche di tutte le popolazioni limitrofe. Ma c’è una data che diventa ancora di più storia: il 25 agosto.

    Il miracolo delle rondini, 25 agosto 1835
    E’ estate e il pericolo del colera dall’Asia sta già facendo i suoi danni. Antonio Maria Gianelli, arciprete di Chiavari, ha intensificato la preghiera e  il 25 agosto prepara  una grande e pubblica processione di penitenza con il Crocifisso Nero: quel giorno, dice la storia, partecipano oltre 7mila persone. Il corteo arriva in piazza Madonna dell’Orto, il Cristo nero è innalzato sopra un palco di fronte al santuario mariano e l’arciprete chiede che il suo “gregge” si salvi dal morbo. Le stesse persone pregano e implorano perché siano salvate. E accade l’inatteso: uno stuolo di rondini, scomparse da tempo dal cielo di Chiavari, sfreccia all’improvviso festoso sulla folla e, dopo aver volteggiato intorno al Cristo Nero, si allontana rasentando il tetto del santuario. E’ un chiaro segno di grazia, Chiavari è salva e preservata dal colera. Da quel giorno il culto del Cristo Nero ha avuto sempre più sviluppo e questa data è  stata ricordata per anni e anni con particolare devozione da molti fedeli.

    E oggi? Le “bussole” per orientarsi nel miracolo
    A inizio gennaio è stata presentato un nuovo libro sulla chiesa di San Giovanni, edito da Gammarò e curato da Mario Bertelloni, che ha riportato alla luce una guida scritta dal giornalista Paolo Sanguineti, sensibile cultore, cronista e storico delle tradizioni religiose di Chiavari. Il testo, che dedica spazio anche al culto del Crocifisso Nero venerato nella chiesa, è stato scritto nel 1967 ed oggi è una piccola ma preziosa “bussola” per orientarsi dentro ai tesori nascosti della parrocchia più importante di Chiavari. E non è un caso che sia stato pubblicato quest’anno: vuole infatti essere un omaggio a 40 anni dalla scomparsa del giornalista. Ma, soprattutto, colma quel vuoto riscontrabile nel pannello didattico fuori dalla chiesa, che non fa parola di quel Cristo Nero che ha fatto un pezzo di storia della città.

    Tratto da CORFOLE! del 2/2013, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata


     


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