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edizione cartacea, letture
di Cristina Parente | 05 Febbraio 2013 | in categoria/e edizione cartacea letture
Leggere o giocare a pallone? Da ragazzini la risposta è ovvia, ma c'è chi ha cambiato vita grazie a un libro: Carlo di Francescantonio “Sono diventato scrittore grazie al romanzo ‘IT'”
A volte la vita trova la sua direzione con una folgorazione inaspettata: come è successo al samargheritese Carlo di Francescantonio quando ai tempi delle superiori si trovò tra le mani il romanzo "It" di Stephen King, il primo libro che aveva scelto personalmente, non imposto dai professori: quelle pagine segnarono i suoi giorni. Il libro si insediò nelal sua testa come un tarlo, cambiando anche il suo approccio di adolescente con la lettura: “Da ragazzini viene vista come una fatica, un qualcosa che se si può evitare è meglio. Leggere un libro o correre dietro a un pallone? Inutile dire per cosa si sceglie. Ma tra un calcio e l'altro ai palloni “It” mi aveva messo un bel tarlo nella testa: dovevo scrivere.”
La prima esperienza con la scrittura arriva con la poesia ma poi passa ai racconti, e anche qui c’è lo zampino di un incontro inaspettato: “Circa dieci anni dopo, nel 2003, ho avuto la fortuna di conoscere Fernanda Pivano, nelle sue vacanze a Santa Margherita Ligure. Ebbi la determinazione di andare a trovarla in albergo per ben tre volte, e mi consigliò di estendere i racconti in romanzo. Sembrava facile a dirlo, ma io non sapevo come fare! Eppure sentivo che dovevo assolutamente cogliere quell’occasione. Una volta fuori dall’albergo avevo tutto chiaro: non so come sia accaduto ma avevo perfettamente in testa come avrei ampliato quelle poche pagine fino ad avere il mio primo romanzo. E circa due anni dopo ho firmato il mio primo contratto editoriale”. Arrivarono due romanzi e ora il nuovo ‘Non è che l’inizio’: “L’idea prese forma durante i miei viaggi in treno sulla tratta Genova–Milano. Da qualche mese stavo riflettendo su una storia, della quale avevo chiaro solo un aspetto fondamentale: una figlia cresciuta senza l'affetto del padre. L'argomento di questo padre pieno di difetti mi interessava, ed era anche stimolante l'idea che mi sarei dovuto calare nei panni di un sessantenne costretto a fare un bilancio degli anni passati. Mi sembrava un punto di vista così lontano dai miei anni (ne avevo trentadue). Una scommessa che ha richiesto un bel salto nel vuoto per tanti motivi: non c'era nessun editore ad aspettarmi, nessuna ipotesi di pubblicazione in vista e non sapevo ancora se avrei perso tempo o scritto qualcosa di interessante. Così, senza farmi troppe domande, ho iniziato l’avventura.”
Interessante la capacità di Carlo calarsi anche nei panni di una donna, tanto che la scrittrice Francesca Mazzucato ha iniziato la recensione con queste parole: “Questo romanzo dovrebbe essere adottato in tutti i corsi di scrittura creativa, portato in borsa da tutti gli scrittori e soprattutto le scrittrici, quando, inevitabilmente, si trovano in qualche contesto dove arriva la fatidica domanda: esiste una scrittura femminile?”.”
Tratto da CORFOLE! del 2/2013, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata
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