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attualita, edizione cartacea
di Michela De Rosa | 05 Febbraio 2013 | in categoria/e attualita edizione cartacea
Tagli alle scuole e disoccupazione: la salvezza è nella formazione. Perché voglia di imparare, disponibilità e ‘gavetta' possono valere più del ‘pezzo di carta'
Macchinari con sofisticate tecnologie, del costo di decine di migliaia di euro, non sono di certo alla portata di una scuola: il Villaggio ne ha uno grazie al contributo della Fondazione Carlo e Giuseppina Piaggio, ma è allestito per l’area meccanica. Diverso è per l’area Legno e Arredamento, dove, non c’è nememno bisogno di dirlo, la manualità e la competenza nell’uso di macchine e attrezzi è alla base del lavoro che i ragazzi andranno a fare. Eppure il nostro territorio ha un’alta vocazione in questo settore, così i docenti dell’area hanno pensato di unire l’utile... all’utile, organizzando una giornata didattica presso un’azienda del territorio che avesse quei macchinari. E così nei giorni scorsi presso la Fontanabuona Mobili di Ferrada, Sandro Dondero e il figlio Matteo hanno messo a disposizione degli allievi i loro macchinari, i tecnici e la loro giornata di lavoro, sviluppando un percorso didattico apposito per loro e spiegando le varie fasi del processo di lavorazione. Quindi si è passati alla vera e propria creazione degli utensili che il macchinario deve utilizzare nelle varie fasi e alla programmazione del lavoro con il software. La visita ha riguardato altre macchine ampiamente automatizzate, ma anche macchinari tradizionali che al Villaggio hanno, per problemi di spazio e di costi, dimensioni più contenute. Infine la visita nel settore verniciatura e nel settore nautico dove si sta realizzando la coperta di uno yacht di grandi dimensioni tutta in legno. I tecnici addetti ai centri di lavoro, hanno ridotto la velocità di esecuzione per spiegare le varie fasi di lavorazione che la macchina normalmente porta avanti in modo automatico.
‘GAVETTA’ e ‘diritto al lavoro’
In questo momento di grande difficoltà è ancor più apprezzabile che aziende del territorio si mettano a disposizione “perdendo” o meglio spendendo tempo per insegnare ai nostri giovani. A breve partirà l’esperienza dello stage aziendale, a cui le imprese hanno risposto con la loro disponibilità a far crescere i giovani. Questa notizia ci offre lo spunto per riflettere anche su un altro aspetto della disoccupazione: la cosiddetta ‘gavetta’. Oggi chi esce da una qualsiasi scuola superiore, per non parlare degli universitari freschi di laurea, pensa di ‘avere diritto al lavoro’: fisso, garantito, a tempo indeterminato, con ferie pagate, malattia, tredicesima etc. etc. Come se ‘aver studiato’ una materia e ‘saper fare un lavoro’ fossero la stessa cosa. E così si presentano non offrendo la loro disponibilità a imparare, a mettersi in gioco, a capire, ma direttamente pretendendo un lavoro perché ‘ne hanno diritto’. Ebbene, un piccolo consiglio a giovani e anche meno giovani: la vita è fatta di diritti e doveri, quindi oltre al sacrosanto diritto al lavoro armatevi anche di senso del dovere e prendete gli stage non come ‘sfruttamento’ ma per quello che sono, cioè tempo che l’azienda investe per insegnarvi qualcosa finché non diventate produttivi. E vedrete che come per magia, inizierete a trovare lavoro. A meno che non siate come i tanti che preferiscono stare a casa a lamentarsi che ‘la società gli nega il diritto al lavoro.’
Tratto da CORFOLE! del 2/2013, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata
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