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    attualita, edizione cartacea

    di Chiara Staderoli | 09 Novembre 2012 | in categoria/e attualita edizione cartacea

    Sapevi che puoi conoscere Obama o il Papa in sei mosse (e anche meno)? La “Teoria dei sei gradi di separazione” ci fa capire quanto è piccolo il mondo

    Sapevi che puoi conoscere Obama o il Papa in sei mosse (e anche meno)? La “Teoria dei sei gradi di separazione” ci fa capire quanto è piccolo il mondo

    “Teoria dei sei gradi di separazione”: alzi la mano chi tra di voi l’ha mai sentita nominare?  Alla schiera di chi non l’ha mai sentita mi  aggiungo anch’io, e vi dirò di più: pur non avendo la  benchè minima conoscenza di questa teoria dal nome così sibillino e bizzarro, molti di noi ne sono la dimostrazione vivente. Vi ho incuriosito?
    Pensate che la prima formulazione di questa teoria risale al 1929 e ad un racconto breve dal titolo “Catene” dello scrittore ungherese Frigyes Karinthy, nel quale sostanzialmente si arrivava ad ipotizzare che ogni persona può essere collegata a qualunque altra attraverso una catena di conoscenze con non più di cinque intermediari. Forte no? Purtroppo per oltre vent’anni la teoria rimase solo un’ipotesi astratta priva di riscontro concreto, fino a quando sul finire degli anni Sessanta, un americano, Stanley Milgram trovò un modo nuovo ed originale per passare dalla teoria alla pratica.
    L’esperimento del pacchetto via posta...
    Dopo aver selezionato del tutto casualmente un gruppo di americani del Midwest, domandò loro di mandare un pacchetto ad un cittadino a loro del tutto estraneo nel Massachussetts, a diverse migliaia di chilometri di distanza. Ad ognuno dei partecipanti venne fornito il nome del destinatario, la sua occupazione e la zona in cui risiedeva, ma non l’indirizzo preciso e venne chiesto di spedire il pacchetto ad una persona da loro conosciuto che avesse il maggior numero di possibilità di conoscere il destinatario finale. Quella persona avrebbe dovuto fare lo stesso, fino a  quando il pacchetto non fosse stato personalmente consegnato all’unico destinatario finale. Con grande sorpresa dei promotori dell’iniziativa, per far arrivare il pacchetto a destinazione ci vollero soltanto dalle 5 alle 7 persone.
    .. e del messaggio via mail
    Lo stesso esperimento venne modernizzato e ripetuto quarant’anni dopo da Duncan Watts, docente americano, che al posto di un pacchetto si servì di una e-mail. Analizzando i dati ottenuti dagli invii effettuati da oltre 48mila persone residenti in 157 stati diversi verso 19 bersagli, scoprì che il numero medio di intermediari necessari per l’arrivo a destinazione era effettivamente sei.
    Il mondo è piccolo anche in Internet
    ”Ma tu conosci Tizio? Era un mio compagno di scuola!”. Non ci volevano certo Facebook o Twitter per capire che ognuno di noi fa parte di una “ragnatela” di conoscenze. Lo si nota soprattutto nelle piccole cittadine dove più o meno tutti hanno frequentato le stesse scuole, gli stessi locali e lavorato più o meno negli stessi posti, ma succede anche nelle grandi città, anche se ci riesce difficile crederlo. A volte, proprio in una grande città, basta un nome o un riferimento puramente casuale per mettere a fuoco una conoscenza comune e da lì individuarne altre. Non so voi, ma scoprire che ognuno di noi è la prova vivente della teoria che il mondo è veramente piccolo mi fa sorridere e non poco, perché ci sono persone che ci hanno perso anni e magari notti insonni per dimostrarlo. Forse, visto come sono cambiate le cose nel tempo -da un pacchetto siamo passati a una mail e poi ad un faccialibro- tutta questa scienza “applicata” alla globalizzazione non ha fatto altro che svuotare le piazze, i locali e i luoghi di ritrovo a vantaggio di “stanze” virtuali dove puoi appiattire tutti i tuoi gradi di separazione conoscendo tutti con un semplice click, ma in realtà non conoscendo davvero nessuno.  E allora il mondo potrà anche essere piccolo, ma un pacchetto non può arrivare ad un destinatario se non esci nemmeno di casa!

    Tratto da CORFOLE! del 11/2012, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata


     


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