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attualita, ecologia

06 Novembre 2012 | in categoria/e attualita ecologia

Si riparla del campo da golf a Sestri Levante: Italia Nostra "una scusa per speculazioni edilizie"

UN RESIDENCE CON PISCINA "A POCHI METRI DAL CAMPO DA GOLF"

Al Sindaco Comune di Sestri Levante

Alla Sovrintendenza per i Beni Architettonici e per il Paesaggio della Liguria

A volte ritornano. A volte con allarmante frequenza. Da circa 30 anni si parla, con collocazioni ed estensioni variabili, della possibilità, opportunità, necessità, di avere un campo da golf nell’entroterra di Sestri Levante. Senza scomodare G.B. Shaw, che del golf non era un estimatore, sta di fatto che la proposta di convertire un’area boschiva in un campo da golf appare peregrina. Un campo da 18 buche, 70 ha, mica scherzi. Con clubhouse e tutti gli annessi. Poi spuntano le abitazioni. Sono le abitazioni che coprono il golf o è il golf che copre le abitazioni? il trucco golf, scivolo per costruire, è già stato usato molte volte. Stupisce che questo sport sempre più diffuso, esteso ormai a tutte le classi sociali, dove l’operaio e il capitano d’azienda possono trovarsi gomito a gomito, economico e ritemprante, per “rendere fattibile l’operazione” abbia bisogno di costruire abitazioni. Che poi con l’aria che tira non sembrano l’affare migliore.

Ma allora non rende come si dice? Non attira frotte di appassionati?

A ogni modo, il golf richiede pesanti alterazioni paesistiche, succhia quantità d’acqua impressionanti (e con la siccità estiva e l’aumento medio delle temperature non è bene), richiede il mutamento delle specie prative per ottenere una cotica erbosa opportuna, è falsamente “verde”. Difendemmo a suo tempo gli alberi monumentali del golf di Rapallo da un’insensata idea di abbattimento. Ma si tratta di un impianto storico, dotato di una clubhouse di stile razionalista con valore architettonico, ed è rimasto, nella rapallizzazione, come una vasta area verde. Ma che vogliano distruggere un paesaggio agrario per impiantare nuovi campi, accompagnati da lottizzazioni, è un discorso ben diverso, che riteniamo dannoso e cui ci opponiamo.

Già altri progetti, per fortuna abbandonati, erano comparsi nel Tigullio, addirittura come opere legate al Giubileo, in contesti ambientali improponibili, anche dal punto di vista dei golfisti. L’area di Ramaia, indicata sui giornali, è margimale e già un parte molto alterata. Poichè Sestri negli ultimi anni ha costruito già molto, troppo, ci sembra importante scongiurare nuove edificazioni in territori di confine tra città e campagna. Auspichiamo che anche questo sia un tentativo come tanti a scopo monetizzatore, destinato ad arenarsi.

Lavagna 4 novembre 2012
per ITALIA NOSTRA - sez. Tigullio
Anna Maria Castellano

Italia NostraONLUS

piazza Cordeviola 18 - 16033 LAVAGNA

e-mail: tigullio@italianostra.org

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I commenti dei lettori

:

Il campo da golf si potrebbe anche fare...ma basta cemento basta! Guardate posti come le cinque terre ( Moneglia stessa )mi risulta che i "locali" non se la passano poi cosi' male con il turismo (anche internazionale ) .Guardate ora i "locali " delle nostre parti ( es. lavagna )ora che che si e' finito per il momento di cementificare...lavoro? poco, in compenso tanta concorrenza con gente venuta da "fuori " sia nei lavori pesanti che nel cercare impiego nella Pubblica Amministrazione Concludendo per la gente nata nel territorio ( indipendentemente dall'origine )c'e' rimasto a parte la pensione e il risparmio degli anziani , solo del gran cemento costo della vita caro , tasse poco lavoro strade piccole ( ora non si possono piu' allargare ci sono le case...) e troppo trafficate per non parlare dell' autostrada ( carissima ) o delle rare spiagge pubbliche mi fermo qua forse e' meglio ...10 anni d leoni 100 da coglioni un sentito grazie ai politici con la loro visione miope .. del tutto e subito ( in tasca ..) tipica dei paesi del sud Europa....per l'appunto...

:

In qualità di giocatore "saltuario" mi trovo a frequentare diversi campi nel nord Italia e ho valutato un pochino anche la mentalità al di fuori (particolarmente in Francia). La chiusura mentale di fronte a questo sport e la crezione di nuovi impianti è tipica Italiana, ma SOPRATTUTTO LIGURE. Ho visto cittadine (non in Liguria ovviamente) di 20.000 - 30.000 abitanti che hanno 3 campi nelle diverse zone periferiche e integrano questo sport particolarmente "turistico" al turismo preesistente, ma anche paesini come Pontremoli (il circolo dove sono iscritto) che attirano ogni settimana alcune decine di persone, alcuni dei quali (me compreso) tipicamente abbandonano ogni settimana la zona tra Chiavari e La Spezia per concedersi una giornata di relax sostenendo così i ristoranti o supermercati della Lunigiana.
Tutti questi campi sono di solito ben integrati nella zona circostante (vigne, uliveti, o semplici boschi) e di sicuro portano ricchezza sul posto. In particolare è bene sottolineare che Rapallo e Sestri Levante godono di un clima che permette il gioco anche in inverno. Solitamente i soci dei campi piemontesi e lombardi (che chiudono durante l'inverno) si dirigono verso i campi liguri (Albisola, Rapallo, Cogoleto, Lerici, Savona). Il golfista medio ama visitare altri campi ed è molto dispiaciuto di doversi fermare per le cattive condizioni meteo.
Alcune espressioni in questo articolo hanno un carattere volutamente "schernitore", come dire: se un golf club ha "club house e tutti gli annessi" potrebbe esserci qualcosa di losco... io credo che dare lavoro a qualche giardiniere, cuoco, receptionist (ma anche ai fornitori di alimentari, o ai distributori di carburante della zona) non sia una cattiva cosa!

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