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01 Luglio 2010 | in categoria/e attualita

ZOAGLI: Osservazioni al progetto definitivo di “realizzazione tratto di passeggiata a mare da Zoagli a Marina di Bardi. Deliberazione G.C. di Zoagli n° 59 del 5/5/10

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
Il progetto riguarda il prolungamento della esistente passeggiata a mare in Comune di Zoagli, dalla località Arenelle a Marina di Bardi, per una lunghezza di m 840, più eventualmente altri m 190, con un’altezza media slm di m 65. La zona a mare che sarebbe percorsa dall’opera é costituita da falesie vive che scendono a picco nel mare. I versanti hanno una suscettività alle frane Pg2 o Pg3 (media o alta). Il regime geomorfologico è CE; il regime vegetazionale è MA; il regime insediativo è IS-CE (variante al PTCP Piano della costa). Inoltre tutto il territorio comunale di Zoagli é soggetto a vincolo paesistico, D.L. 42/04, oltre al vincolo per la distanza dalla linea di costa. Il tratto in questione in parte corrisponde al SIC marino IT 1332673, Golfo di Rapallo, composto di varie aree frammentate con presenza di prateria di Posidonia.
L’opera consiste nella costruzione di una passerella agganciata alla roccia (che come già detto, é una falesia che si immerge ripidamente in mare) che prevede uno scasso della roccia medesima per creare un percorso piano, nonché la “progressiva realizzazione di una soletta a sbalzo utilizzando la parte già costruita al rustico come strada di cantiere” ovvero si procederebbe incidendo la roccia e agganciandosi allo spacco per proseguire. Data la condizione piuttosto impervia sono previste opere accessorie, quali: almeno un ponte per sopra-passare le falesie non aderenti; e 3 piccoli tunnel per sotto-passare le falesie più ripide, più scale con due rampe e piazzola (e monta-scale per handicappati) per superare i salti di quota.
Il tutto sarebbe infisso nella roccia con micropali penetranti, e con tiranti che necessitano di piccoli piloni per l’aggancio. Si creerebbe la conformazione di grossi scalini in cemento aderenti alla falesia, con montanti a valle e a monte. Le rifiniture consistono in muri in cemento armato per ricoprire lo scasso nella roccia, ricoperti di pietre a spacco, ovviamente a monte e a valle. Nonché ringhiere in acciaio, luci a incasso, piazzole in cemento armato nelle scale e manto calpestabile in asfalto colorato.
Il contesto viene definito, dagli stessi progettisti come “delicatissimo (...) fragile dal punto di vista geologico e particolarmente vulnerabile da quello paesistico (...) area vergine e inaccessibile”.
Ebbene, noi vorremmo che rimanesse tale.
Non si capisce perché uno degli ultimissimi tratti del Golfo del Tigullio rimasto intatto proprio per la sua inaccessibilità, di enorme valore naturalistico e paesaggistico, debba essere antropizzato con opere assolutamente non reversibili e che ne manomettono notevolmente l’integrità.
Il peso delle opere necessarie per stabilizzare la passeggiata sospesa è troppo forte per essere accettabile in un ambiente così pregiato e fragile. L’impatto paesistico, visto dal mare, risulterà fortemente molesto.
Esistono aree, rimaste intatte nella loro naturalità (o per circostanze fortuite o per ostacoli naturali, come in questo caso) che devono rimanere tali. Deve passare la cultura della conservazione dei fenomeni più belli e significativi, contro l’antropizzazione ad ogni costo, purtroppo dominante.
Infine, data la posizione esposta al mare aperto e quindi alla furia delle mareggiate senza nessun riparo, ed essendo sospesa nel vuoto, l’opera può risultare pericolosa per gli utenti e richiedere particolari precauzioni per evitare incidenti agli sprovveduti.
Anna Maria Castellano per la sezione Tigullio di Italia Nostra onlus