cultura, edizione cartacea, storia locale

di Vittorio Rosasco | 04 Giugno 2012 | in categoria/e cultura edizione cartacea storia locale

RANGHINELLI -Giancarlo: a lui devo la passione per la natura, sfociata nel museo di curiosità naturalistiche

Ci lasciammo il mese scorso parlandovi di Giancarlo e di quanto era anche amante della natura, in particolare degli insetti. Ricordo che quando conducevamo i piccoli sordomuti alla passeggiata settimanale ci soffermavamo ad osservare coleotteri, formiche e farfalle. Fu lui che mi insegnò a conoscere la cedronella (gonepteryx ramni), a distinguere il maschio dal bel colore giallo lucente dalla femmina dal colore a fondo più chiaro bianco verdastro.  Avete mai osservato lo spettacolo delle farfalle che si corteggiano? Svolazzano fremebonde, si rincorrono, scendono in picchiata per poi rialzarsi improvvisamente. Talvolta un altro pretendente si associa nella rincorsa volteggiando frenetico, disegnando nel cielo multiformi traiettorie e ghirigori incredibili. E’ da allora che ho iniziato a studiare le farfalle, meravigliose creature multicolori: dallo splendido Macaone, appartenente alla famiglia dei papilionidi che nelle regioni tropicali annovera le più belle del mondo, alla bellissima Vanessa Io (occhio di pavone) e a quella del cardo e dell’ortica, poi la Galatea, la Silene, l’Antiopa, l’Atalanta…
Questa passione la riversai poi nel Polimuseo, al piano terra delle scuole medie di Gattorna, dove negli anni ho realizzato, oltre al Museo del giocattolo e a quello etnografico, anche quello di Curiosità naturalistiche. Se vi farà piacere visitarli sarò lieto di accompagnarvi (0185.931032).
Tornando agli aspetti della vita scolastica, a fine anno non potei fare la domanda per sostenere l’esame di abilitazione magistrale come privatista perché non avevo fatto “il tirocinio” del quale non conoscevo l’obbligo. Ironia della sorte: la legge che esonerava il terzo fratello quando altri due avevano fatto il militare come nel mio caso, venne approvata l’anno successivo così dovetti partire per la “naia”. Con Giancarlo tenni una corrispondenza epistolare per qualche tempo, poi più nulla. Seppi in seguito dal buon Andrea il rapido tragico susseguirsi degli avvenimenti: la rottura della relazione con Paola, la grave depressione e il ricovero in Sanatorio all’Ospedale di Chiavari, la reazione e relativo innamoramento con una ricoverata grave, la  di lei repentina morte, il successivo aggravamento del mio amico e infine il decesso. Povero Giancarlo, amico sincero, non meritavi certo una fine così dolorosa. Quando andai al Cimitero di Chiavari a deporre un fiore sulla sua tomba nella terra, non potei trattenere un irrefrenabile pianto.

Tratto da CORFOLE! del 6/2012, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata

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