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    attualita, cultura, edizione cartacea, itinerari

    di Maura Bregante | 05 Marzo 2012 | in categoria/e attualita cultura edizione cartacea itinerari

    Quanta Liguria nella città eterna: da Largo dei Chiavari alla chiesa ‘dei Genovesi' fino all'immancabile pesto

    Quanta Liguria nella città eterna: da Largo dei Chiavari alla chiesa ‘dei Genovesi' fino all'immancabile pesto

    Febbraio 2012, via del Corso, Roma sono le sette di sera e tra le luci colorate del nostro tricolore la neve scende a fiocchi grandi creando una morbida coltre bianca: tutti guardano verso l’alto, un po’ preoccupati perché avranno problemi nel rientro a casa, un po’ commossi perché la neve a Roma non è un fatto così frequente. Dopo appena un’ora lo spettacolo è infatti impagabile: Trinità dei monti solitamente fotografata in primavera con le bouganville fiorite, si mostra a noi con le lunghe scalinate bianche, così come la fontana della barcaccia. In un batter d’occhio piazza di Spagna viene presa d’assalto da turisti di ogni parte del mondo; si sentono solo i rumori delle loro macchine fotografiche che scattano immagini da cartolina, non passa nessun taxi, nessuna auto privata, la piazza è tutta nostra fino a tarda sera. La mattina dopo un pallido sole ci permette di fare una passeggiata. Le stradine tra Piazza Colonna, sede di Palazzo Chigi e Piazza Navona assomigliano ai nostri carrugi, parola certamente sconosciuta ai romani!
    Le viuzze tortuose, i palazzi alti con le loro edere rampicanti, le persiane verdi o marroni, c’è perfino un piccolo negozietto che espone in vetrina tutte le nostre specialità: il pesto, accanto al tipico mortaio, olive, patè, funghi sott’olio. Molti aspetti insomma ricordano il centro storico di Genova, le stradine di Camogli, il carruggio di Sestri; un ligure si aspetterebbe il mare appena dietro l’angolo, invece davanti ai propri occhi scorge il Pantheon. Imboccando la via sulla destra si arriva in piazza Sant’Eustachio, dove nella famosa caffetteria numerosi turisti e romani gustano un ottimo caffè e deliziose praline di cioccolato, un vero piacere in una mattinata così fredda! Lasciata piazza Sant’Eustachio percorro un'altra via, le indicazioni attaccate al muro mi indicano la strada verso piazza Navona alla mia sinistra e Campo de’ Fiori al lato opposto.
    Alzo gli occhi quasi per caso e mi accorgo di essere in una via che mai avrei pensato di trovare a Roma: Largo dei Chiavari. Questa via, proprio nel cuore della capitale, è così chiamata perché fin dai primi del 1500 e fino alla prima guerra mondiale ospitava molteplici botteghe di fabbri, specializzati nella fabbricazioni di chiavi e serrature. Erano i cosiddetti mastri chiavari protetti, si narra, da Sant’ Ampelio che secondo il racconto sacro, sarebbe stato a sua volta fabbro e maniscalco, prima di ritirarsi a vita monastica. La leggenda narra che Ampelio per scacciare le tentazioni terrene “colle tenaglie infuocate fugò il demonio a lui apparso in forma di femmina seducente”. I mastri chiavari però soprattutto nelle scritture tra il 1500 ed il 1600 vennero giustamente mal giudicati per la loro propensione a far “chiavi contraffatte…Mastro Chiavaro…insegnava ad apri le botteghe dei mercanti di notte ed a far ladrocini”.
    Imboccando le stradine dietro la chiesa di Sant’Agnese si può proseguire la passeggiata nel centro storico fino ad arrivare a Castel Sant’Angelo e San Pietro. Sono le piccole vie dove vengono girate numerose scene di famose fiction Rai tra le quali Provaci ancora prof. con Veronica Pivetti, Il restauratore con Lando Buzzanca e Martina Colombari. La sera stessa parlando con il giovane proprietario del Bed and Breakfast, Roberto, gli racconto di largo dei Chiavari, e la curiosa coincidenza. Lui allora mi svela un’altra curiosità legata alla mia Liguria: nei pressi della zona di Trastevere, quartiere popolare della città, c’è un’antica chiesa edificata alla fine del 1400 ristrutturata a fine 1700; è la chiesa di San Giovanni Battista dei Genovesi. Un ricco genovese, Meliaduce Cicala, tesoriere della Camera Apostolica, fece costruire questo edificio insieme ad un ospedale per i marinai genovesi che arrivavano al porto di Ripa Grande. Roberto mi racconta che lo stemma di Genova è ben visibile sulla lunetta sopra il portone della chiesa e che varrebbe veramente la pena visitare l’edificio ed il bellissimo chiostro, nonché la cappella di Santa Caterina Fieschi affrescata dal Vicinelli nel diciottesimo secolo. Purtroppo però il mio soggiorno termina l’indomani, e, a malincuore lascio ancora tante meraviglie da visitare, il cimitero del Varano con i ricordi dei maestri del cinema italiano, Marcello Mastroianni, Alberto Sordi, Federico Fellini, per citarne alcuni, i musei Vaticani, sempre affollati, le Catacombe e chissà cos’altro ancora…




    Tratto da CORFOLE! del 3/2012, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata


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