cultura, edizione cartacea, storia locale

di Vittorio Rosasco | 05 Marzo 2012 | in categoria/e cultura edizione cartacea storia locale

RANGHINELLI - Torrente Neirone: di quando tentarono di prosciugarlo per prendere le anguille, di quando vi cadde la nostra mucca e altri accadimenti

Alcuni giorni fa, aspettando mio figlio per andare a pranzo assieme come avviene spesso, ero sul ponte sopra il torrente Neirone a Gattorna e, come non facevo da tempo, stavo osservando il corso d’acqua, la cascata con alcune stalattiti di ghiaccio, il “lago della fontana” appena appena ghiacciato ai bordi e un turbinio di ricordi lontanissimi nel tempo si susseguirono nella mia mente, alcuni chiarissimi altri più opachi e sfuggenti. Quand’ero ragazzo il lago ghiacciava totalmente e il ghiaccio era tanto spesso che in tanti si pattinava sopra e i massi che venivano lanciati dalla strada sovrastante lo scalfivano appena. Come d’incanto mi rividi bambino, d’estate, lanciarmi nell’impresa di attraversarlo a nuoto con incerte bracciate verso lo spuntone di roccia che affiora tuttora sotto la piccola grotta. E’ così che ho imparato a nuotare, nella lunga competizione con ‘Gianni della Giuditta’ e ‘Gianni Rampulin’, amici inseparabili    
della mia breve infanzia. Avevo meno di sette anni perché poi presi il volo verso il collegio e li rividi cinque anni dopo. Quella pozza era il campo di allenamento anche per adulti e per altre attività. Mi venne alla mente quel giorno che sulla barca costruita da mio fratello in modo artigianale (molto artigianale) mentre ‘Paolo del Mulino’ in piedi chiamava la moglie per farsi ammirare al il grido: “Muggè, son in barca!” affondò inesorabilmente. Ho rivisto il giorno che una moltitudine di persone di ogni età con secchi e altri attrezzi  tentò il prosciugamento del lago approfittando dello sbarramento estivo delle chiuse  della centrale idroelettrica (si diceva ci fossero pesci enormi e anguille smisurate)  miseramente fallita; ho rivisto quel giorno che mia madre in ginocchio chiamava implorante la mucca Bruna incinta caduta dalla cascata e miracolosamente salva senza conseguenze; rivedevo il formicolio di pescatori intenti alle gare sportive… Oggi niente e nessuno.
Anzi, no, ecco, qualcosa si muoveva sul lago. Vedevo solo il lungo collo di un uccello che avevo osservato a lungo qualche anno fa: allora era una coppia di aironi cenerini (ardea cinerea), attivi pescatori d’estate che sparivano in autunno. Erano belli da vedere col lungo becco, il collo ricurvo, le lunghe zampe mentre con movimenti lentissimi percorrevano il torrente dalle acque limpide cacciando pesci. Per anni non li vidi più e pensavo fossero emigrati per altri lidi. L’estate scorsa ecco riapparirne uno. Non avrei mai pensato di vederlo in pieno inverno: stava nuotando nel lago e poi è salito sullo spuntone di roccia. Sapevo che l’airone sverna nel meridione e ritorna al nord nella bella stagione dove nidifica e mi sono chiesto se il “mio airone”, trovati confortevoli i luoghi della mia infanzia, abbia deciso di stabilircisi stabilmente!

Tratto da CORFOLE! del 3/2012, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata

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