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08 Settembre 2011 | in categoria/e attualita

Il lavoro nobilita l'uomo, sempre: la bella storia della cooperativa Nabot che da' una nuova opportunità agli ex carcerati

Ha occhi profondi e vivaci, Mario. Da alcuni anni coordina i lavoratori all’interno della cooperativa sociale Nabot, realtà che a Chiavari ha preso vita 8 anni fa, per ridare dignità e lavoro a chi esce dal carcere e non solo. Sorride e mentre sistema gli ultimi lavori della giornata, ci apre le porte ad una realtà che in diversi non conoscono. “Facciamo di tutto – spiega – dai piccoli trasporti e sgomberi, alla raccolta degli indumenti nei contenitori della Caritas (97 quelli in tutto il territorio del Tigullio), ai lavori di pulizia e manutenzione sino al giardinaggio e volantinaggio, ci adattiamo alla varie situazioni. Come siamo finiti qui? Diversi i motivi: c’è chi è uscito dal carcere, ma non solo: anche persone con problemi psichici o con problemi di droga. Qui ci viene offerta una seconda possibilità: sta a noi giocarcela al meglio”.
Tatuaggi vistosi e un cuore grande: se ne sono accorti anche ad un Premio di Poesia, il don Lelio Podestà, che nel 2008 l’ha premiato per la poesia “Fratello mio”. “Un carcerato! Quando ho vinto nessuno ci credeva. E’ stata una bella soddisfazione, anche perché l’opera ha avuto un riconoscimento al Concorso di Poesia Giglio Lord Byron di Cavi: quella poesia è nata qui, in cooperativa. Un piccolo mondo che racchiude storie, nazionalità e personalità diverse: ma il bello sta proprio qui, condividere con gli altri la propria diversità. E rigiocarsi la propria vita in un lavoro”. E la gente dà loro fiducia: se qualcuno nutre ancora dei pregiudizi, c’è invece chi offre loro lavori: “Le offerte non mancano, anzi. Per fortuna riusciamo ad arrivare a fine mese con uno stipendio dignitoso. In alcuni posti abbiamo ricevuto anche un’accoglienza bellissima: penso a chi, quest’estate, mentre lavoravamo i campi, ci è venuto ad offrire del the freddo, o fatto giocare con i suoi bambini. Il fatto poi che i Comuni ci abbiano dato dei lavori, ci riempie di fiducia per il futuro”.
Il futuro. Diversi sono i sogni: “Ci piacerebbe ingrandire questo posto o trovare spazi più grandi per i magazzini e magari assumere nuovo personale” fa sapere Claudio Solari, presidente della cooperativa. “Un bel traguardo, passare da poche persone a 12 in così pochi anni. Sarebbe molto bello anche riprendere terreni incolti del territorio e ricavarne prodotti da rivendere: le idee di sicuro non mancano”. Dodici gli uomini che lavorano nella cooperativa a tempo determinato e indeterminato, in regola.
Una sede, a Sampierdicanne, in via dei Lertora (un magazzino raccoglie gli indumenti, uno gli strumenti per lavorare la terra, un altro raggruppa i mobili da consegnare alle famiglie che ne hanno bisogni) e tre i Comuni che hanno detto lavorate per noi: Cogorno, Lavagna e Leivi. “Abbiamo anche clienti affezionati, che ci chiedono traslochi anche in posti fuori dall’Italia: ci danno fiducia: e se a Lavagna puliamo ogni giorno le spiagge, a Cogorno teniamo pulite le strade. Non ci disturba sporcarci le mani con la terra, questo lavoro ci dà una nuova dignità”.
 Claudia Sanguineti
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Tratto da CORFOLE! del 9/2011, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata

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