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attualità
18 Agosto 2011 | in categoria/e attualita
BUCCE DI PATATE: PILLOLE DI GUERRA - I comitati Pro Patria e la generosità dei liguri del Sudamerica. E di quando in beneficenza ci andava davvero tutto
Con l’inizio della Prima Guerra Mondiale in tutta Italia si manifestò un comune sentimento per il sostegno morale ed economico dei soldati al fronte, nonché delle famiglie degli stessi soldati. In molti casi, infatti, le famiglie italiane si erano trovate in serie difficoltà economiche in conseguenza dell’assenza dell’unica fonte di reddito, fosse un padre richiamato o un figlio di leva. La guerra per la prima volta coinvolgeva l’intera nazione e la popolazione era chiamata, sempre più, a dare il suo contributo al conflitto. In ogni località del nostro paese si moltiplicavano le iniziative e gli eventi in favore dei soldati; sorgevano comitati locali e nazionali, tesi a mantenere vivo il fermento e il consenso delle popolazioni verso le scelte strategiche del governo in guerra. Una conferma di questo fervore l’abbiamo trovata, a carattere locale, ricercando nell’Archivio Storico del Comune di Bogliasco, attualmente in fase di sistemazione. Il 23 maggio 1915, vigilia dell’entrata in guerra, si riuniva, infatti, a Bogliasco, per la prima volta, il Comitato Pro Patria, istituito una settimana prima, dal Consiglio Comunale. Tale Comitato era formato dalle persone più in vista del paese, tra le quali il Sindaco Emanuele Mezzano, il Parroco, rappresentato dal facente funzioni don Pietro Bruzzone, essendo il titolare della Parrocchia deceduto poche settimane prima, il medico condotto Ernesto Risso. L’attività del Comitato, documentata dai verbali delle riunioni, dai libri cassa e dalle numerose lettere inviate e ricevute, tuttora conservate, è subito intensa, nominando subito rappresentanti di quartiere che promuovano la raccolta di fondi in paese. Alle donne di Bogliasco è chiesto di confezionare fiori e nastrini tricolori, che le ragazze del paese si impegneranno a vendere; ma soprattutto è chiesto il confezionamento di indumenti di lana da inviare al fronte. Il 21 agosto è organizzato un concerto benefico nell’Oratorio di Santa Chiara, con posti numerati al prezzo di 1,20 Lire (circa cinque euro attuali); purtroppo non ci è dato di sapere il genere di concerto presentato, ma l’incasso di 300 Lire (oltre mille euro attuali) conferma il successo di pubblico. Il Comitato inizia ad inviare pacchi ai soldati al fronte e ad elargire sussidi mensili alle famiglie, sussidi che variano dalle 3 alle 10 lire. Nel mese di ottobre si pensa di coinvolgere nel Comitato anche i cittadini di Bogliasco emigrati in Sudamerica che, bisogna dirlo, rispondono all’appello con slancio veramente fraterno. A Lima, in Perù si costitusce un apposito Sottocomitato che nel settembre del 1916 invierà ben 2.416 lire che, rivalutati a oggi, vanno ben oltre gli ottomila euro. I verbali delle sedute del Comitato di Bogliasco testimoniano una continua attività di aiuto alle famiglie ed ai soldati, dando sostegno anche ad altri Comitati costituitisi in Italia: già nel 1915, ad esempio si era costituito a Roma il “Comitato Nazionale per sigari ai Soldati Combattenti”, presieduto dal principe Pietro Lanza di Scalea. Questo comitato, come dice la lettera pervenuta a Bogliasco si proponeva “lo scopo di raccogliere fondi per provvedere alla fornitura di sigari pei nostri bravi soldati che combattono al confine”. Oggi, certamente, una simile iniziativa sarebbe bocciata in modo inesorabile, ma allora veniva così motivata questa iniziativa “Voi sapete che sotto la tenda, quando cala la sera, il soldatino che ha fatto al giorno il suo gran dovere verso la Patria, corre col desiderio dietro l’azzurra spirale del suo sigaro alla casetta lontana dove la dolce famiglia pensa e parla di lui… E vorreste voi privare di quest’ora di sogno e di fantasia il nostro soldatino?”
Il Comitato era anche molto rigido e severo nel novembre 1917, non si faceva scrupolo di togliere il sussidio a tre soldati dichiarati disertori. Commovente poi una lettera datata “Dalla Trincea 30 dicembre 1916” e indirizzata al Comitato dove il soldato Luigi Ferrari si scusa per “il ritardo di risposta al vostro tanto gradito augurio, causa che mi trovo in luoghi un po’ brutti ma per fortuna sano e salvo. (…) Colla speranza di presto poter giungere fra voi chiudo la presente stringendo la mano destra di tutti i componenti di questo benemerito Comitato e mi firmo vostro per sempre concittadino Luigi Ferrari”. Quelle mani non potrà mai stringerle perché Luigi otto mesi dopo, il 30 agosto, cadrà sulla Bainsizza. Il Comitato Pro Patria cesserà la sua attività nell’aprile 1923, pubblicando in un opuscolo il resoconto di otto anni di lavoro. Ebbene, su quasi 42 mila lire dell’epoca raccolte, poco meno di 41 mila lire furono destinate ai soldati ed alle loro famiglie e meno di mille lire furono le spese di gestione. Un esempio per chi oggi gestisce certe Onlus, con spese che superano la metà delle entrate.
Tratto da CORFOLE! del 8/2011, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata
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