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31 Maggio 2011 | in categoria/e attualita

PERSONAGGI DELLA NOTTE - A tu per tu con Daniele, metronotte. ‘Di notte il mondo è giusto perché sta dormendo... di notte.' Chissà se chi lavora per la sicurezza notturna condivide le parole della bella canzone di Pierdavide Carone

“Il mondo di notte? Un mondo a sé! Se poi hai una pistola dietro, meglio avere sempre mille occhi”: così Daniele Cafferata, 33 anni, leivese, racconta il suo lavoro di guardia giurata “particolare”. “Particolare” perché gira armato di una pistola, a differenza della guardia giurata che svolge altre mansioni, come ad esempio attività di antitaccheggio  o portierato.
Uno dei motti che Daniele ama ripetere spesso è di usare la testa: “Meglio non agire d’istinto, ma sempre ragionare: se tiri fuori una pistola poi alla fine la devi usare, meglio pensarci prima”.
Quindi pistola alla cinta, Daniele intravvede aspetti che molti non vedono perché sotto le coperte. Non mancano le situazioni di allarme, di schiamazzi, di piccole risse. “Se  il Tigullio non è proprio il Bronx, non passano inosservati italiani e stranieri; diversi  i senza tetto, che approdano nel nostro territorio specialmente d’estate. Molti ubriachi si trovano in situazioni al limite del disagio che dobbiamo monitorare. Ma non mancano anche persone “normali”, a volte ragazzini, che per l’ebbrezza fanno micro furti o gare di corsa con auto superaccessoriate”.  
Non mancano episodi di auto maltrattate e usate per corse clandestine “E’ un mondo che molti ignorano, o sottovalutano”. E’ poi vero che oggi ci sono mille occhi elettronici ovunque, ma è anche vero che basterebbe qualche accorgimento in più per proteggersi: “Innanzitutto le luci: una via, un’area con luce, scoraggia in partenza.  Le telecamere possono aiutare il nostro lavoro, ma sempre meglio avere mille occhi e non sottovalutare i diversi segnali che la notte fa emergere”.
“E’ da oltre 10 anni che svolgo questo lavoro” continua. “Ho girato molto l’Italia, prima di intraprendere questo mestiere, e sono stato nell’Arma dei Carabinieri. Ho seguito dei corsi di formazione, affiancamenti e ho preso il porto d’armi: insomma, i passaggi di routine. Certo, all’inizio girare con un’arma mi faceva una certa impressione, poi ho fatto l’abitudine a questi due chili di ferro”.
Claudia Sanguineti
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Tratto da CORFOLE! del 5/2011, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata

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