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attualita, cultura, edizione cartacea, letture
di Silvia Franchi | 05 Aprile 2011 | in categoria/e attualita cultura edizione cartacea letture
Carlo Chendi, da Rapallo alla conquista del mondo.. della fantasia: è autore di Topolino, "il Giornalino", Ok Quack, Umperio Bogarto, Paperino agente QQ7 e altri amatissimi personaggi
Entrare nello studio rapallese di Carlo Chendi è come percorrere un viaggio a ritroso e tornare bambini. Le immagini del burbero zio Paperone, dello sfortunato Paperino, di Topolino e di tutti gli altri personaggi che hanno popolato la fantasia di intere generazioni, da Mafalda ai simpatici Peanuts, si affacciano in ogni dove da mensole e scaffali. Lui, fumettista di fama mondiale sorride seduto alla scrivania, gli occhi che brillano nel ripercorrere le tappe principali della sua lunga carriera.
Come nasce questa passione?
Avrei dovuto diventare geometra e lavorare nella ditta edile di mio padre, nel ferrarese. Ma dopo la guerra, nel 1946, rimase senza nulla. Ci siamo quindi trasferiti a Rapallo, dove ho iniziato a lavorare negli ambiti più disparati: sono stato fattorino, aiuto elettricista, manovale e muratore. Poi ho capito che avrei voluto fare altro nella vita. Per il primo lavoro come autore di fumetti ho ricevuto un assegno da 16 mila lire: la metà della mia paga da muratore. Ma erano i primi soldi guadagnati facendo ciò che mi piaceva. Fu una soddisfazione enorme.
Com’è iniziata la sua attività di cartoonist?
I miei esordi risalgono al 1952. Quando è stato pubblicato il mio primo lavoro su Cucciolo e Tiramolla non avevo ancora compiuto 19 anni. Quella collaborazione mi permise di “farmi le ossa”. Tanto che due anni dopo ho iniziato a lavorare per Topolino. E ho cominciato a scrivere le storie dei personaggi Disney. Poi sono arrivate altre collaborazioni: da Il Giornalino di Famiglia Cristiana, fino a quelle con editori stranieri.
Come nasce un personaggio?
Beh, Umperio Bogarto, investigatore privato che dal 1980 fa parte dei paperi della Disney, è una satira di alcuni personaggi cinematografici interpretati da Humphrey Bogart. Il disegno è opera di Giorgio Cavazzano, così come nel caso di “Ok Quack”, personaggio davvero speciale: un papero extraterreste che raggiungeva la Terra a bordo del suo disco volante, che riusciva a rimpicciolire con il tocco del dito indice fino a fargli raggiungere le dimensioni di una monetina. Tanto che il disco aveva finito per perdersi in mezzo alle monete di Paperone. “Ok Quack” è stato uno dei primi personaggi “ecologici”: ad esempio, si batteva per la salvaguardia dei boschi. Molto attuale e molto ingenuo.
Quanto c’è di lei nei suoi personaggi?
Non ho mai lavorato in base a ciò che potrebbero pensare i lettori. Quando scrivo una storia lo faccio in base alle mie emozioni. Faccio un esempio. Per un periodo ho scritto fotoromanzi: a volte, nel narrare scene come la morte di uno dei protagonisti, mi veniva il groppo in gola. Se una cosa piace ed è sentita è più facile comunicarla ai lettori. Anche se l’uso di un linguaggio semplice è altrettanto importante.
Qual è il suo preferito in assoluto?
Mi sento molto Paperino. Credo sia uno dei personaggi più amati proprio perché rappresenta l’uomo medio.
Mai sofferto di crisi creative?
Certo! È un po’ quello che accade a voi giornalisti quando si tratta di trovare l’incipit di un articolo davanti al foglio bianco. Una volta trovato lo spunto iniziale, il resto viene da sé.
Lei è famoso in tutto il mondo ed è annoverato tra i cittadini più illustri legati a Rapallo. Come vive la sua celebrità?
Mi sento una persona qualunque e ancora mi vergogno se vengo avvicinato per strada. Certo, ricevere su Facebook messaggi da persone che si dicono emozionate di essere in contatto con me, uno dei miti della loro infanzia, fa indubbiamente piacere.
Che rapporto ha con Rapallo?
Non sono granché interessato alla vita locale: sarà che il mio è un lavoro creativo che si può svolgere indipendentemente dalla città in cui ci si trova. Anche la “Mostra internazionale dei Cartoonists” che “Rapalloonia!” (l’associazione culturale da lui presieduta) organizza da anni nelle sale del Castello sul Mare è di fatto una manifestazione che non coinvolge tutta la città: è volutamente “mirata” al mondo dei fumettari. Però ho riprodotto Rapallo in alcune storie di Paperino.
Il ministro per l’Economia, in tempi non sospetti, ha affermato che “non si fanno i panini con la Divina Commedia”. Qual è la situazione del vostro settore in tempi di crisi economica e tagli alla cultura?
Per ora non ci sono state ripercussioni. E per quando mi riguarda non sono mai stato bersagliato dalla censura: mi sono sempre mosso all’interno dei “paletti” che già sapevo di incontrare. Per esempio, se scrivi per “Il Giornalino” di Famiglia Cristiana sai già in principio come impostare le sceneggiature dei fumetti. Ma non è solo il mio caso: basti pensare al modo in cui svolge il suo lavoro Antonio Ricci, ideatore di “Striscia la Notizia”, che tra l’altro è un caro amico.
Ha qualche rimpianto?
Nel mio settore no. E non ho mai cercato di sfondare altrove, vedi cinema o tv. Ho fatto tutto ciò che mi piaceva fare, pur restando nel mio ambito. È un po’ come produrre la pasta: la sostanza è sempre quella, ma le qualità che si possono realizzare sono innumerevoli. Ho 78 anni, ma l’entusiasmo è quello di sempre!
Tratto da CORFOLE! del 4/2011, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata
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I commenti dei lettori
matteo:
grande Carlo! ti seguo da quando ero 'giovane' :)
ste da chiavari:
ma dai, non sapevo che uno dei miei miti abitasse vicino a me
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