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attualità
01 Marzo 2011 | in categoria/e attualita
IN GITA PER RICOSTRUIRE IL PASSATO CONTADINO - La ricerca ‘sul campo' di un gruppo di studenti diventerà un libro per aiutare l'UNICEF
In quasi tutte le scuole statali di montagna della provincia di Genova si invitano gli studenti a parlare di ambiente e ricordare le feste tradizionali, bandiera del mondo contadino. Pian piano se ne stanno andando anche gli ultimi protagonisti artefici della manutenzione dei nostri boschi e dei mille sentieri che oggi purtroppo sono lunghi e tortuosi letti di erbacce mentre gli alberi sono grappoli di vitalba che impediscono ai raggi del sole di raggiungere e far vivere il terreno. Al posto delle secolari mulattiere abbiamo delle comode “gettate” di asfalto che ci invitano a correre senza guardare quello che lasciamo alle spalle comprese le vecchie “fasce”, un tempo coltivate e protette dal grondino di pietre, e che ora sono abbandonate e seccano al sole di ogni estate e spesso bruciano per quel mancato senso di rispetto che i contadini ci avevano tramandato. Per saperne un po’ di più un gruppo di studenti della scuola secondaria di Bargagli hanno organizzato una gita extrascolastica per contattare qualcuno che volentieri aderisse al tema “come vivevano e che attrezzi usavano i contadini del posto”. Hanno così incontrato Mauro Pelizza, ex tecnico Telecom, che ha fatto ricerche sulla vita dei contadini raccogliendo storie ed attrezzi in un paio di vani di casa sua una volta adibiti a stalla e che in pochi anni si tramutarono in un piccolo museo privato.
Fu così che in un giorno libero dalla pioggia e dalla neve davanti alla porta del “museo Pelizza” in località Pianetto della frazione di Traso si presentarono i quattordici studenti della classe 1/E (Alessandro Bernardini, Matteo Bianchi, Matteo Caietta, Elena Del Bono, Sebastian Ferrera, Alessia Ferro, Martina Gazzolo, Maggiolo Chiara, Matteo Morana, Giulia Ricciardulli, William Rogledi, Simone Sammiceli, Sharon Sugrenti e Riccardo Turini) accompagnati dalle professoresse Franca Gambaro, Annarita Petty e Claudia Consigliere e da cinque genitori dei ragazzi.
Come si lavorava e come si viveva ai tempi dei nostri nonni
Per più di due ore Mauro Pelizza ha risposto alle domande dei ragazzi e spiegando l’uso dei vari strumenti da lavoro in epoche quasi dimenticate ma soprattutto come si costruivano le case spaccando le pietre, tagliando o segando i tronchi che dovevano servire da travi per il piano che doveva essere abitato o la soffitta delle stalle. I vari tipi di falci, dalla fienaia alla messoria e gli attrezzi per mantenere il filo tagliente delle lame; i vari tipi di oggetti per l’illuminazione delle case, dal lume ad acetilene a quello del petrolio sino alle antiche lucerne che bruciavano grassi animali alle candele di sego o di cera.
dai ferri per arricciare i capelli ai servizi igienici
Per poi passare agli attrezzi di cucina ma soprattutto al riscaldamento che doveva essere quasi sempre in funzione e sopra la fiamma o la cenere doveva essere sempre collocata una grossa pentola in rame o ferro. Alle domande degli studenti che si incuriosivano sino a chiedere chiarimenti su oggetti da riscaldo per poter curare la piega dei capelli per le donne al tipo di servizi igienici per ogni bisogno corporale ed ai pochi attrezzi per giocare (bocce di legno o biglie di vetro) perché non c’era modo di divertirsi tanto che il lavoro nei campi o la raccolta dei frutti di bosco sembravano unico modo, salvo qualche festa da ballo, per passare le giornate. Gli studenti, da questa riscoperta del mondo contadino, cureranno attraverso i loro temi, la nascita di un libro che venderanno per aiutare l’UNICEF.
Eugenio Ghilarducci
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Tratto da CORFOLE! del 3/2011, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata
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