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attualità
01 Marzo 2011 | in categoria/e attualita
18-20 marzo, Festa di Primavera: Santa Margherita saluta la stagione e "brucia" l'inverno in un falò
Si svolge ormai da quasi 50 anni la Festa della Primavera con cui Santa Margherita Ligure saluta l’arrivo della nuova stagione. L’idea di dar vista alla manifestazione nacque nel 1964 da un gruppo di ragazzi del quartiere di Ghiaia, che crearono un comitato ad hoc per organizzare la festa. I fondatori del comitato stabilirono allora che la Festa della Primavera si sarebbe svolta ogni anno nel mese di marzo, il giorno 19, in concomitanza con il Falò di San Giuseppe. Il quartiere di Ghiaia, infatti, festeggia da tempo immemore questo Santo, venerato dai genovesi fin dal XIV secolo, tanto da essere considerato uno dei Santi protettori della città di Genova. La festa di San Giuseppe, a sua volta, si lega a due tradizioni: quella gastronomica delle frittelle, con “friscieu” salati e frittelle dolci con l’uvetta accompagnate dal vino bianco di Portofino, e quella del falò, la cosiddetta “luminea de San Gioxeppe”, vanto folcloristico della città. Un fuoco gioioso e catartico, che scaccia le tenebre e l’inverno: per gli avi, la ricorrenza del santo rappresentava la fine del freddo e l’inizio della primavera, vista come rinascita; per questo ogni famiglia portava qualcosa da bruciare nel fuoco comune, dalla legna da ardere, con la speranza di non doverla più utilizzare, ai mobili vecchi, o ancora, ai detriti lasciati dalle mareggiate lungo le spiagge. In segno propiziatorio, poi, sul falò ardevano e ardono due fantocci, un maschio e una femmina, “Tunin” e “Manena”: con una punta di maschilismo, si dice che, perché l’anno sia buono, debba bruciare prima la donna. Nel tempo la festa si è arricchita di momenti e di eventi, passando da un’unica giornata a tre. Al falò e alle frittelle si sono poi aggiunti gli spettacoli pirotecnici, la sparata di San Lorenzo e, non ultimo, la musica: nel 1977 è sorto il corpo bandistico folcloristico “Rumpi e Streppa” (rompi e strappa), formato da oltre cinquanta elementi in costume marinaro a righe (le divise da “Capitan Trinchetto”), tra professionisti prestati dalla Banda Filarmonica “Cristoforo Colombo” e dalla Banda di Rapallo e musicisti improvvisati alle prese con strumenti “improbabili recuperati tra le mura domestiche” e i caratteristici martelletti. Ogni anno la festa richiama in città un forte afflusso turistico, con presenze che si attestano sulle 15.000 nell’arco dei tre giorni: per tutta questa folla il comitato impiega quasi 2 quintali di mele, 1 quintale di cipolle, 3 quintali di farine, 70 chili di baccalà, 1 quintale di zucchero, 50 chili di uvetta e di limoni. 2.500 uova, 250 litri di olio, 50 litri di latte e 10 litri di rum, oltre i 500 litri di vino nostrano delle colline liguri offerto insieme alle frittelle. L’appuntamento è per il 18, 19 e 20 marzo.
Francesca Vulpani
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Tratto da CORFOLE! del 3/2011, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata
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