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    cultura, edizione cartacea, storia locale

    di Pier Luigi Gardella | 01 Marzo 2011 | in categoria/e cultura edizione cartacea storia locale

    Dal barbiere per un rito che unisce padri e figli: la rasatura, ma anche le chiacchiere, gli sfotto' e i pronostici sportivi

    Dal barbiere per un rito che unisce padri e figli: la rasatura, ma anche le chiacchiere, gli sfotto' e i pronostici sportivi
La vecchia bottega di Mitri

    E il curioso primato a Bogliasco: i parrucchieri hanno lo stesso cognome ma non sono nemmeno parenti

    La festa del papà del 19 marzo fa riafforare ricordi di epoche vicine eppure lontanissime, come quella del rito del barbiere che ancora oggi per fortuna accompagna padri e figli insieme in questo mondo tutto ‘da uomini’. E’ da lui che per la prima volta accompagnai dal parrucchiere i miei figli: avevano entrambi il terrore di farsi tagliare i capelli ma la simpatia che subito seppe far nascere in loro fece sparire ogni paura e videro in lui subito un amico. Mi riferisco a Giorgio, ex ferroviere che il destino fece parrucchiere.
    Giorgio e Antonio, da quasi un secolo alle forbici, tra gente comune, vip e storie di paese
    Giorgio Sessarego lavorava in ferrovia, nel personale viaggiante, poi l’incidente che non gli consentì più quel lavoro. Ma fortunatamente l’arte imparata da ragazzo era rimasta e Giorgio “diversificò” tornando al lavoro con lo zio Antonio. Poi Antonio, classe 1921, si fermò per “anzianità” e Giorgio è rimasto a condurre l’impresa, con entusiasmo e buona volontà. In questo negozio si tagliano i capelli da ormai quasi un secolo. Fu infatti nel primo Novecento che Emanuele Sessarego,  nonno di Giorgio iniziava quell’attività che figlio e nipote hanno portato ai giorni nostri.
    La piccola bottega, venti metri quadri, nel centro del paese, l’immancabile cestino con le caramelle per accattivarsi le simpatie dei bambini, punto di riferimento dei (pochi) cacciatori ormai rimasti a Bogliasco, ma frequentatissima dagli abitanti del paese che ancora non hanno superato lo choc di farsi fare i capelli dal parrucchiere per signora. Sì perché Giorgio è rimasto l’unico parrucchiere per uomo a Bogliasco, dove solamente trent’anni fa erano tre, e prima ancora, quattro. Gli ultimi tre stranamente erano tutti Sessarego, originari ovviamente del piccolo borgo soprastante la cittadina, ma non erano nemmeno parenti. Li conosceremo nelle prossime righe.
    Il parrucchiere Giorgio è oggi diventato anche un punto d’incontro. Spesso al mattino c’è la coda, ma sono i soliti pensionati che passano a salutarlo e a commentare con lui la raccolta delle olive, la battuta di caccia, la partita. Il negozio, durante a giornata, è sempre centro di dibattiti, lo sfottìo tra genoani e sampdoriani, le imprese dei cacciatori spesso “condite” con la nota fantasia che la categoria possiede, la raccolta dei funghi; anche perché a Giorgio piace chiacchierare col cliente mentre taglia i capelli. Racconta che la scorsa estate un villeggiante milanese, in una giornata particolarmente affollata, restò tutta la mattinata in negozio per aspettare il suo turno. Giorgio volle scusarsi per l’attesa ma questo signore gli disse che era rimasto ben volentieri ad ascoltare tante divertenti storie di paese: a Milano, nei freddi saloni di parrucchiere non aveva mai trovato un ambiente così vivo ed accogliente. Giorgio ricorda ancora quando farsi fare la barba era un rito al quale pochi rinunciavano, soprattutto al sabato sera o alla domenica mattina. Oggi la barba se la fanno tagliare solo pochi anziani, che mantengono l’antica usanza, e un giovane, Gigio, il più conosciuto netturbino di Bogliasco. Da Giorgio vengono i bogliaschini, ma anche da Pieve, dalle frazioni di Sori, da Capolungo. E’ una clientela varia la sua, dall’operaio, al professionista, all’impiegato, tutti apprezzano il suo taglio, l’ambiente semplice e le serene discussioni che lo animano. Ogni estate è anche suo cliente Enrico Ghezzi, il mitico inventore del Blob di Rai3, che qui viene in vacanza dalla madre. C’è anche chi passa a leggersi il giornale, o semplicemente a salutare e a buttar giù qualche battutina su qualcuno presente, oppure è più volte capitato a qualcuno di incontrare da Giorgio un amico che non vedeva da anni. E dopo la bottega Giorgio ama girare sui monti: per funghi, a caccia, o anche semplicemente a camminare, tenendosi in forma per le serate di ballo, la sua passione segreta (ma  mica tanto). Racconta che una volta disse: “Imparerò a ballare solo se lo farà Fortunato” (un suo caro amico)… Fortunato il giorno dopo si iscrisse alla scuola di ballo. E Giorgio fu costretto a seguirlo.
    ‘Mitri’ detto ‘Baccicura’, da Bogliasco a Sori a piedi per i suoi clienti
    Mitico fu “Mitri” Demetrio Sessarego che, sedicenne, nel 1917 aveva iniziato come apprendista a Sori nella bottega di tale Gerolamo Schiaffino detto “Baccicura”. Tutte le mattine e tutte le sere a piedi da Bogliasco a Sori e viceversa, dal martedì alla domenica e sino alle otto di sera, ma al sabato anche sino a mezzanotte: allora al rito di farsi la barba dal parrucchiere per la festività nessuno rinunciava. Nel negozio lavorava Luigia, figlia di Gerolamo, poco più che bambina e la condivisione del lavoro fece nascere l’amore fra i due che, nel 1923, convoleranno a nozze. Per Mitri giunse l’ora di mettersi in proprio ed affittò un locale al “Pontetto” di Bogliasco, poi comprò una bottega accanto all’Osteria del “Balletta”, in centro, dove rimase sino al 1981, quando, a San Silvestro, servì ancora qualche cliente: pochi giorni dopo lasciava questo mondo.
    Filippo, i capelli, la barba e...i cardellini
    Ma, sin dalla fine degli anni Trenta, lo aveva affiancato suo figlio Filippo, che da “Mitri” aveva imparato il mestiere, come questi aveva fatto con suo suocero. Filippo rimase sino al 1989, poi decise di dedicare il tempo alla vecchia passione, sua e di suo padre: le “cardenn-e”, i cardellini. Già in negozio, all’interno del vano di una vetrina, il padre aveva ricavato una piccola voliera e Filippo continuò questo allevamento nel solaio di casa, selezionando esemplari, partecipando ed organizzando mostre ornitologiche.
    Renato, il primo battezzato della sua chiesa con la passione della caccia
    Vi era poi Renato, che dal 1956 al 2006 per cinquant’anni esatti, operò un po’ decentrato, nella zona orientale del paese, al Rissuolo. Un negozio con un antico arredamento, frequentato da bogliaschini ma anche dai pievesi confinanti. Renato raccontava volentieri di essere stato il primo abitante della frazione di Sessarego ad essere battezzato nella chiesa del paesino: infatti la chiesa ebbe la prerogativa di parrocchia nel 1935 e Renato fu battezzato il 4 agosto dell’anno successivo. Anch’egli era appassionato di cardenn-e,  ma anche cacciatore.

    Tratto da CORFOLE! del 3/2011, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata


     


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