EDIZIONE
CARTACEA
  • SFOGLIA
  • SCARICA
  • ARTICOLI
  • TEMPO LIBERO

    Corfole si rinnova, partecipa alla trasformazione!

    Nove anni di noi, diciannove di “giornalino rosa” e tante novità in arri...

    Corfole si rinnova, partecipa alla trasformazione!

    Nove anni di noi, diciannove di “giornalino rosa” e tante novità in arri...

    IL MERCATINO DEL LEVANTE
    • VENDO vendo inserto per camino ...
    • REGALO regalo termosifoni come n...
    • VENDO vendo grazioso divano a 2...
    • VENDO graziosa credenza vintag...
    • VENDO elegante e importante cre...
    • VENDO grazioso originale partol...

     

    Bedini Elettrodomestici

     

    Leani Ardesie

    AZIENDE DEL TERRITORIO

     

    By IDT-Midero

    UTILITÀ

    LA RICETTA DEL MESE - Non il solito pesto

    Con la bella stagione il famoso condimento verde diventa ancor più il principe della tavola.. ecco qualche variante per movimentare un po’ i vo...

    Sapevi che... si dice “Piantare in Nasso”?

    ...e deriva da una mitologica tragedia d'amore (sigh!) Eh s&igrav...

    Corfole si rinnova, partecipa alla trasformazione!

    Nove anni di noi, diciannove di “giornalino rosa” e tante novità in arri...

    cultura, edizione cartacea, storia locale

    di Maura Bregante | 01 Marzo 2011 | in categoria/e cultura edizione cartacea storia locale

    Dal ‘titilin' o a tirare lo ‘sciabegottu' - Dalla pescivendola alla ricamatrice di corredi per i ricchi: come lavoravano le nostre nonne

    Dal ‘titilin' o a tirare lo ‘sciabegottu' - Dalla pescivendola alla ricamatrice di corredi per i ricchi: come lavoravano le nostre nonne

    Mi piace iniziare a trattare questo argomento partendo da un mio personale ricordo d’infanzia che risale agli ultimissimi anni ’80 quando alla mattina prima di andare alla scuola materna, io e mia mamma osservavamo e scambiavamo qualche parola con un’anziana signora dai capelli ormai bianchi, curva, che spingeva un carretto di legno azzurro pieno di pesce fresco appena pescato. Erano gli ultimi anni in cui le pescivendole con i loro carretti o cestini detti “paneè” o “corbelettè” passavano per le vie di Riva gridando: «Pesci vivi, pesci freschi, acciughe, sardine» Poi veniva il tempo dei bianchetti e allora con voce fiera e squillante vociavano: «Gianchî, gianchî!». In paese le pescivendole erano molto conosciute: la Guastalla vendeva il pescato a Ponente insieme  alla Mary, la Silla a Levante, mentre la Amelia verso via Sara, Contrada Pestella. L’attività lavorativa delle donne di un tempo, tra la seconda guerra e dopoguerra, aveva un legame strettissimo con tutti gli aspetti legati alle attività marinaresche. Scopriamole.
    Dai Titilin a lavorare le reti e gli ami della prima fabbrica nazionale
    Il Retificio dei fratelli Stagnaro detti i “Titilin” di Riva Trigoso operativo fin dai primi anni del 1900, contava numerose operaie, spesso anche ragazzine di tredici o quattordici anni, che con pazienza lavoravano le reti e i loro derivati, filet, lampare, rete a ciàncialo, tramagli, tendine, reti per ogni tipo di pesca insomma. Apparteneva ai fratelli Stagnaro anche la prima fabbrica di ami da pesca nazionale, aperta nel 1936 a Ponente ed anche qui le lavoratrici erano in gran parte donne.
    A salare le acciughe nele arbanelle di terracotta, chiuse con l’ardesia
    Alle mogli dei pescatori solitamente spettava il compito di preparare le acciughe sotto sale. Un’usanza legata all’alimentazione che è rimasta praticamente immutata. All’epoca la salagione delle acciughe veniva vissuta come un vero e proprio rito tramandato di madre in figlia, poiché erano considerate un alimento indispensabile alla base nella preparazione di molte pietanze. Una differenza riguarda le cosiddette arbanelle, che un tempo erano in terracotta smaltata mentre oggi si trovano in vetro. Le donne, per chiudere queste arbanelle, erano solite utilizzare un dischetto di ardesia o marmo e alcune grosse pietre raccolte direttamente sulla spiaggia.
    A prendere la legna per i ronfò o a tirare lo “sciabegottü”
    Alcune giovani ragazze, per sbarcare il lunario, salivano sui boschi nei pressi di Baffe in cerca di legna da bruciare nei cosiddetti “ronfò” o nelle stufe di ghisa. Dopo molte ore di cammino e fatica, ripercorrevano la strada, ormai in discesa  verso borgo Renà con numerosi fasci di legna. In piazza gli uomini sceglievano la legna migliore per potersi scaldare durante i mesi invernali.In cambio di qualche pesce fresco invece, nel borgo di Renà, le più giovani venivano “ingaggiate” dai pescatori per tirare sulla spiaggia il cosiddetto “sciabegottü” ossia un tipo di rete particolare che veniva tenuta per alcuni giorni nelle acque della piccola baia.
    A stendere la biancheria.. sulla sabbia
    La vita delle casalinghe era tutt’altro che semplice. A causa della mancanza di acqua corrente le donne, sistemata la cesta con i panni sporchi sopra la loro testa, si recavano al fiume Petronio, dove con l’ausilio di una tavola di legno inclinata insaponavano energicamente il bucato. Dopo aver sciacquato più volte i panni alcune donne, non disponendo di finestre o terrazzi adatti, stendevano la biancheria direttamente sulla sabbia della spiaggia utilizzando come “mollette” dei grossi sassi poggiati sugli angoli per evitare di farla sollevare dal vento.
    Quando al posto del gas si usavano.. gli aghi di pino
    La cucina era il fulcro della casa per la donna e i suoi bambini; qui si stirava, si cuciva, si lavorava la maglia e si preparava da mangiare. La preparazione del pasto richiedeva molto tempo; infatti mantenere il focolare acceso era tutt’altro che semplice poiché allora i fuochi erano a carbone. L’accensione avveniva al mattino presto per preparare la colazione: sulla griglia si poneva un mucchietto di aghi di pino e sopra un pezzetto di carbone. Acceso il fuoco, veniva posto sul fornello il “diavolo” un grosso imbuto metallico che permetteva di indirizzare il fumo attraverso la cappa soprastante; allo stesso tempo la donna agitava la banderuola davanti al focolare per facilitare l’accensione del carbone sotto le fiamme degli aghi secchi. Le ragazzine fin da piccole venivano educate alla gestione domestica, spesso aiutavano le madri nelle faccende di casa, oppure accudivano i fratelli più piccoli. Alcune donne ricordano ancora oggi come da bambine sentivano il grande peso di responsabilità nei confronti dei loro fratelli; spesso infatti erano loro ad essere punite dalle madri per le marachelle combinate dal loro fratellino.
    E dopo la scuola.. tutte a ricamare!
    Tra gli anni ’50 e ’60 alcune ragazze dopo la scuola dell’obbligo venivano indirizzate alla scuola di ricamo presso le suore della Presentazione di Maria al tempio di Riva Trigoso. Suor Giulia insegnante di ricamo e cucito è rimasta tutt’oggi nei ricordi di molte donne grazie all’abilità e alla raffinatezza con la quale confezionava pregiati corredi molto richiesti ed apprezzati dalle famiglie allora benestanti. Le suore insegnavano alle ragazze a ricamare fazzoletti, grembiulini, tovaglioli ma anche tovaglie e corredi pregiati che a seconda della particolare lavorazione richiedevano ore e ore di impegno.
    Si tratta di antiche usanze e mestieri femminili inseriti nel contesto storico-sociale di allora dove le donne, seppur raccontando le loro esperienze con un sorriso, non avevano purtroppo molte opportunità di scelta.

    Tratto da CORFOLE! del 3/2011, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata


     


    I commenti dei lettori
    Marisa Maschio:

    E' bellissima ma soprattutto istruttiva questa vostra spolverata su di un passato
    abbastanza recenre, se vogliamo, e sarebbe bello che ci fosse un angolo costante
    in codesta Vostro bel giornale, dedicato alla MEMORIA della realtà storica e socio-culturale - territoriale e non, da cui tutti discendiamo.


    Lascia il tuo commento

    *verrai automaticamente iscritto alla newsletter per ricevere mensilmente gli aggiornamenti.

    Acconsento al trattamento dei dati - dlg. 196/03
    1) CONFERIMENTO DATI / CONSENSO
    I dati conferiti attraverso l'invio della scheda, sono destinati ad essere utilizzati e trattati per i fini del servizio in oggetto.
    Il conferimento dei dati personali è facoltativo. Il conferimento e il relativo consenso sono condizioni essenziali per l'accettazione del servizio. In caso di rifiuto del consenso il servizio non sarà erogato.
    2) CONSERVAZIONE PROTEZIONE DATI
    I dati sono conservati (attraverso mezzi digitali) in una banca dati di proprietà di IDT-Midero e dei relativi Responsabili del trattamento. Tali banche dati sono organizzate e gestite secondo quanto previsto dalle vigenti normative.
    3) TRATTAMENTO DATI
    I dati sono trattati da dipendenti e/o professionisti e/o incaricati e/o collegati a e da IDT-Midero , ad eseguire le attività di gestione o a svolgere operazioni tecniche occorrenti per la miglior organizzazione informatica degli archivi.
    4) COMUNICAZIONI
    I dati potranno essere comunicati da IDT-Midero esclusivamente a soggetti suoi clienti che le abbiano conferito un incarico di ricerca e selezione ed a società proprie collegate o controllate.
    5) DIRITTI DELL'INTERESSATO
    L'art. 7 del Dlgs. n.196/2003 conferisce all'interessato l'esercizio di specifici diritti, quali ad esempio:

    - il diritto di ottenere dal titolare del trattamento dei dati la conferma dell'esistenza o meno di dati personali che lo riguardano e la messa a disposizione dei medesimi in forma intelligibile;
    - il diritto di conoscere l'origine dei dati, la logica e le finalità su cui si basa il loro trattamento;
    - il diritto di ottenere la cancellazione, la trasformazione in forma anonima o il blocco dei dati trattati in violazione della legge, come pure l'aggiornamento, la rettificazione o, qualora l'interessato vi abbia interesse, l'integrazione dei dati medesimi;
    - il diritto di opporsi in tutto o in parte, per motivi legittimi, al trattamento dei propri dati personali ancorchè pertinenti allo scopo della raccolta;
    - il diritto di opporsi in tutto o in parte al trattamento previsto ai fini di informazione commerciale o di invio di materiale pubblicitario.

    Per ciascuna richiesta di cui all'art. 7 del Dlgs n. 196/2003, può essere chiesto all'interessato, ove non risulti confermata l'esistenza di dati che lo riguardano, un contributo spese, non superiore ai costi effettivamente sopportati, secondo le modalità ed entro i limiti stabiliti dal Dlgs n.196/2003, art.10, comma 7, 8 e 9.
    I diritti riferiti ai dati personali concernenti persone decedute, possono essere esercitati da chiunque vi abbia interesse. Nell'esercizio dei diritti di cui all'art. 7, l'interessato può conferire, per iscritto, delega o procura a persone fisiche oppure ad associazioni.

    Le richieste ex art. 7 Dlgs n.196/2003 potranno essere inoltrate all'indirizzo info at corfole.com , oppure Tel/Fax 0185.938009
    USCIRE

    Corfole si rinnova, partecipa alla trasformazione!

    Nove anni di noi, diciannove di “giornalino rosa” e tante novità in arri...

    Corfole si rinnova, partecipa alla trasformazione!

    Nove anni di noi, diciannove di “giornalino rosa” e tante novità in arri...

    Corfole si rinnova, partecipa alla trasformazione!

    Nove anni di noi, diciannove di “giornalino rosa” e tante novità in arri...

    L'AIUOLA
    di Giansandro Rosasco

      Vai alla rubrica

      IL TAPPIRO D'ARDESIA

      Vai alla rubrica

      LA PAROLA AGLI ESPERTI

      Corfole si rinnova, partecipa alla trasformazione!

      Nove anni di noi, diciannove di “giornalino rosa” e tante novità in arri...

      Corfole si rinnova, partecipa alla trasformazione!

      Nove anni di noi, diciannove di “giornalino rosa” e tante novità in arri...

      Corfole si rinnova, partecipa alla trasformazione!

      Nove anni di noi, diciannove di “giornalino rosa” e tante novità in arri...

      TUTTO SUL BONUS GIOVANI COPPIE

      La legge di stabilità 2016 ha introdotto, a favore delle giovani coppie, un incentivo fiscale per l’acquisto di mobili destinati all’arredo della lo...

      DICIAMOCELO