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attualità
01 Ottobre 2008 | in categoria/e attualita
Quando le castagne si raccoglievano negli scosain, si portavano sul grei dei seccaessu per fare la farina che si metteva nei bancà
Autunno, una stagione che mi ha sempre affascinato per l’incredibile e fantasmagorica trasformazione che avviene nella natura. Chi mi ha letto in passato avrà capito come sia stato sempre colpito dai fenomeni, grandi e piccoli, ma soprattutto piccoli, che la natura offre e ai doni che ci concede a piene mani in tutte le sue forme. Fin da bambino mi soffermavo ad osservare con attenzione sia gli insetti: il lavoro attivo delle formiche che in fila trasportavano al nido semi, pagliuzze ecc., un bombo che volava da fiore a fiore a succhiare il nettare, un’ape bottinatrice che riempiva di polline le sacche poste sulle zampine posteriori, la caccia delle lucertole a piccoli animaletti, le cetonie dorate che divoravano fichi e pere.
Per non parlare delle meravigliose tonalità di colori dei fiori, in particolare i più piccoli, come le molteplici varietà di orchidee che si possono ammirare nei campi in primavera, i meravigliosi muschi e licheni dei boschi e altre mille piccole attrazioni. Tutti possono godere (gratuitamente!) di questi meravigliosi spettacoli, basta fermare l’attenzione senza lasciarsi distrarre dalle convulse frenesie della vita moderna. Quando insegnavo non ho mai mancato di condurre i miei piccoli alunni all’aperto per osservare e contemplare i contrasti dei colori, le tante tonalità di verdi, gli sgargianti gialli, i brillanti rossi, i bruni: una tavolozza che nessun pittore ha mai saputo eguagliare, e mi rendevo conto che l’apprezzavano molto.
L’autunno ci porta funghi e castagne e oggi voglio ricordare come la castagna, nel passato, sia stata uno dei principali cibi che è servito a sfamare le popolazioni liguri fin dai primi secoli del Medioevo. Oggi i boschi si sono inselvatichiti ma, un tempo non proprio lontanissimo, erano ripuliti per agevolare la raccolta delle castagne.
Tutta la famiglia partecipava inventando molle per tirarle fuori dai ricci, raccogliendole e riponendoli nelle tasche di certi grembiuli di tela grezza detti “scosain”, nei cestini e nei sacchi che poi venivano portati nei seccatoi (seccaessu). Dalla raccolta delle castagne dipendeva l’alimentazione di tutti, anche degli animali domestici come maiali, galline e bovini ai quali si davano pastoni di castagne e crusca. Il seccatoio originariamente si trovava nella stessa abitazione del contadino, le castagne venivano poste sul “grei” formato da listelli distanziati per lasciare passare il caldo ma in modo che le castagne non cadessero nel locale sottostante.
Quando le castagne erano secche venivano messe in sacchi di tela molto resistente, due uomini tenevano il sacco per gli angoli dove avevano messa una patata per aumentare la presa e battuti con forza sul ceppo. Così mondate, venivano portate al mulino per la macina. A Gattorna ce n’erano ben tre: quello di Paolo Siria, quello della Marinin du Lungia e quello del simpaticissimo Angiulin, famoso perché non mancava di strizzare l’occhio e dire “battute” a tutte le donne.
Oggi sono tutti in disuso. La farina, posta in cassettoni a più comparti (bancà), schiacciata con un pestello per la conservazione serviva per svariati piatti: il castagnaccio, la pannella, la polenta di castagne, le trofie, i battolli (tagliatelle miste di farina di grano e di castagna) ma anche il pane.
Le castagne secche venivano anche bollite da mangiare nel latte “pùo” (crudo) come le pelate che erano le castagne fresche sbucciate e le ballotte non sbucciate tutte aromatizzate col finocchio selvatico.
Funghi e castagne verranno esaltate ancora una volta, la 24^, a Gattorna sabato sera 11 e domenica 12 ottobre con la ormai tradizionale Festa del fungo. Attrazioni principali sono la Mostra Micologica con la collaborazione del Gruppo micologico Bresadola di Rapallo, la Mostra delle Piante medicinali e la Sagra della ballotta ma è l’occasione per una giornata spensierata a fare shopping nei tanti negozi e per gustare piatti gustosissimi: polenta al sugo di fungo, funghi fritti, focaccia al formaggio, asado, frittelle dolci di castagna, salsicce, carne ecc. A tutti verranno offerti i tradizionali funghetti dolci e le gustosissime ballotte.
Il CIV La Girandola di Gattorna offre la visita gratuita delle tre sezioni del Polimuseo: Museo Etnografico, Piccolo Museo del giocattolo, Museo di curiosità naturalistiche il sabato 11 dalle ore 18 alle 20; domenica 12 dalle 10 alle 12 e dalle 14 alle 20. Per gli amanti dell’arte sarà piacevole una visitina al Santuario di N.S. della Guardia, recentemente restaurato, dove si possono ammirare notevoli opere d’arte. Non mancheranno le serate di ballo con ingresso libero.
Vi aspetto!
Vittorio Rosasco
ideatore e organizzatore della Mostra del fungo, Fondatore e curatore del Polimuseo
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