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    attualità

    12 Febbraio 2024 | in categoria/e attualita

    E' nata a Chiavari "la borsa che non c'era": ideata negli anni ‘70 da due ventenni, ha conquistato le più prestigiose vetrine, da Milano a New York e Hong Kong

    E' nata a Chiavari "la borsa che non c'era": ideata negli anni ‘70 da due ventenni, ha conquistato le più prestigiose vetrine, da Milano a New York e Hong Kong

    Alfana 1974-2014: dall’intuizione di una studentessa, 50 anni di successi incredibili

    di Michela De Rosa

    E’ il 1974 e una giovane chiavarese inizia l’Università a Genova, Facoltà di Filosofia. I libri sono tanti, pesanti e vanno portati a mano stretti nelle cinghie. Non esistono zaini né cartelle da ragazzi e le borse da donna non hanno mezze misure: o il borsone hippy o le borsette da signora. Insomma, o ribelle o perfettina. Donatella “Dondi” Inzerillo non si sente né l’una né l’altra e sa che tante ragazze sono come lei. E come lei non hanno una borsa. Allora decide di inventarla.

    L’incontro del Destino

    Dondi inizia a immaginare questa borsa per tutte le ragazze: prende un pezzo di stoffa, lo gira, lo rigira, lo piega e lo ripiega finché prova a farne una borsa per sé: è grossolana, ma capace di contenere l’occorrente per l’Università. Il dado è tratto. Ma la famiglia non la appoggia: dal Dopoguerra i lavori manuali non sono visti bene e loro sono tutti laureati. Dondi non si lascia rubare i sogni e il Destino la mette sulla strada giusta, quella che le fa incontrare un giovane che studia Design alla Scuola Politecnica di Milano, Goran Rimac. Lui la segue in questa avventura e quella borsa grezza diventa un vero progetto di design.

    Pochi soldi ma tante idee: così nasce Alfana

    I due si innamorano, progettano e iniziano a produrre i primi modelli. Con grande spirito imprenditoriale affittano un locale in Vico Dei Cogorno e si mettono a cucire le borse. A mano, perché non c’erano soldi per la macchina da cucire. A quel punto serve un nome. Dondi ha in testa un ricordo del liceo, ovvero Alfana, la cavalla dell’Orlando furioso: “Anche se le erano dedicate poche quartine, mi era rimasta impressa perché era la cavalla del paladino e lo salvava. Mi piaceva la sua energia e il nome mi ricordava un soffio”.



    Un successo immediato

    Neanche il tempo di alzare la saracinesca che la Alfana conquista tutte. Quella semplice borsa chiusa con una zip era la borsa che non c’era. E tutte la volevano. I due ventiduennni iniziano a sperimentare: nascono così la Postina, una borsa di cuoio cucita a mano col filo cerato con la pece, e la Caruggina (in foto), che diventa la borsa-simbolo delle studentesse del Tigullio. Alcune la conservano ancora, come ricordo di quegli anni.


    La "Caruggina", borsa simbolo delle studentesse di Chiavari

    Ma con le vendite in crescita, cucire ogni borsa a mano diventa impossibile e acquistano la prima macchina da cucire da un amico che la usava per i palloni da calcio. Il loro design è talmente particolare che nel 1977 alcune giornaliste di Amica chiedono di progettare una borsa da vendere sul giornale. Appena il tempo di pubblicarla e Alfana viene sommersa dalle ordinazioni. La rivista fa poi un articolo sui prodotti di maggior successo e tra questi spicca il secchiello di Alfana.


    Alla conquista di Milano e da lì a tutto il mondo

    In soli tre anni Dondi e Goran creano un marchio di successo. E nel 1978 ecco un altro incredibile balzo avanti: scoprono che, con opportune pieghe, un telo poteva diventare una capiente borsa e che, una volta vuota, poteva essere ripiegata, occupando pochissimo spazio. Un vero colpo di genio. La chiamano PopCorn, come il piccolo chicco che all’occorenza “esplode”. La perfezionano con i suggerimenti del maestro Bruno Munari, uno dei massimi protagonisti del design del XX secolo.



    Questa borsa semplice e geniale conquista all’istante i clienti, tra cui alcune turiste milanesi che prendono a cuore le creazioni dei due giovani: saranno loro a proporle alle migliori boutique della città e da lì far spiccare letteralmente il volo alla borsa che viene scelta anche per una delle più prestigiose vetrine del mondo, quella del Moma di New York, il museo di arte moderna e design per eccellenza. Peter Gabriel e Kate Bush vengono paparazzati con una PopCorn, Margherita Buy la indossa nel film “Arriva la Bufera” del 1992, Marco Columbro è uno dei più accaniti collezionisti e la famiglia Agnelli è tra i suoi estimatori. Le borse ALFANA compaiono negli showroom internazionali, da Milano, Roma e Torino a Parigi, Dubai e Hong Kong, poi in Brasile, Australia, Taiwan e Stati Uniti.

    Vendere le tovagliette americane... agli americani

    Dondi e Goran sono sempre alla ricerca di nuove idee e materiali e per farlo frequentano le fiere degli altri settori: è così che negli anni ‘80 scoprono un materiale innovativo, il caucciù. Ne fanno subito una linea di borse coloratissime, poi cartelle, borse da moto e altro. La cosa incredibile è che si possono arrotolare, quindi anche la valigia sta in pochissimo spazio. Una vera rivoluzione. Quel materiale morbido e idrorepellente si presta anche per le tovagliette americane e da Chiavari ne partono container per l’America!

    L’abbigliamento che non c’era
     
    Sono gli anni ‘80 e da acuti osservatori il duo di Alfana si rende conto che ci sono diversi vuoti anche nell’abbigliamento. Crea una delle prime vere linee per bambini, selezionata anche dai migliori negozi d’Italia. Per la donna crea abiti semplici ma sofisticati che vanno a ruba. Per la prima volta usa il tessuto cloclo per abitini estivi e il successo è immediato, così come per i tubini in purissimo cashmere per l’inverno. Unendo design e taglio sartoriale a tessuti e imbottiture tecniche da sci inventa il piumino da città. Con l’esperienza dei piumini, negli anni ‘90 arrivano le trapunte e i tessuti per la casa. Gli anni 2000 segnano l’ingresso di Alfana nel benessere con  ricercati profumatori per l’ambiente e una completa linea bagno doccia.

    La sacca da golf unica

    Nel 2010 vengono coivolti per l’esposizione internazionale Sport & Design. Il duo Alfana progetta una sacca da golf in caucciù, con un sistema particolare per l’alloggiamento delle mazze e un meccanismo d’appoggio retrattile. Il progetto viene selezionato dall’Associazione per il Disegno Industriale e inserito nella preselezione per il Compasso d’Oro con la seguente motivazione: “DIVER GOLF da sola assolve tutte le funzioni che svolgono separatamente i diversi esemplari di borse in commercio, con un ingombro e un peso veramente molto ridotto. Ogni possibile esigenza di un appassionato golfista è stata considerata e risolta. L’estetica è essenziale ed elegante, la realizzazione è curatissima”.

    In Caruggio il negozio che è anche luogo di incontro

    Nel 2012 Alfana si trasferisce nel Caruggio dritto creando un non-negozio: uno spazio versatile e accogliente dove le borse e gli accessori sono parte di un mondo che parla di cultura e design, che li accoglie e li promuove con eventi di ogni tipo: mostre, presentazioni di libri, degustazioni, proiezioni di film, corsi, conferenze,  workshop. Anche l’atmosfera parla di dialogo e di scambi, con tavolini da bistrot a cui sedersi per due chiacchiere sotto le luci di intime abatjour.



    L’alluvione del 2014 spazza via tutto, anche foto e ricordi

    E' l’anno del quarantesimo, ALFANA festeggia con una mostra che ripercorre quattro decenni di ricerca e design. Ma come recuperare i vecchi modelli, di quando non si poteva immaginare il successo che avrebbero avuto? Basta chiedere e i clienti arrivano con le loro giacche e i vestiti conservati negli anni, persino le prime borse, quelle cucite a mano. Le foto esposte raccontano gli inizi e le varie tappe di questo incredibile percorso, le attrezzature, dalle prime, di seconda mano, a quelle super tecnologiche degli ultimi anni. E’ tutto lì, è una soddisfazione per la coppia, è una festa per la città. Ma poi una notte arriva l’acqua. Talmente violenta da sfondare perfino le vetrine blindate della banca vicina.
    Il negozio viene completamente distrutto e non c’è niente da fare anche per i nuovissimi macchinari del laboratorio nei fondi in Via Rupinaro: tutto da buttare. Il fango spazza via anche tutto l’archivio: i ricordi di questa avventura vanno persi. Rialzarsi è dura, anche perché la Regione prevede un aiuto solo per le attività che restano dove sono: “Ma i danni di due alluvioni (anche quella del 2002) sono abbastanza, non potevamo stare lì ad attendere la terza. Così abbiamo trasferito la produzione a Lavagna, anche se questo voleva dire rinunciare agli aiuti”.



    Orgoglio chiavarese

    Oggi il negozio è di nuovo una piccola perla che produce successi: il 90% delle vendite avviene all’estero, che si traduce in migliaia di borse l’anno. Ovunque chiamano le ALFANA “le borse di Chiavari”: “I grandi compratori americani ci chiesero di cambiare il logo, sostituendo Chiavari con Italy, ma ci siamo opposti. Siamo nati qui, abbiamo deciso di restare qui quando ci proponevano di trasferirci in una grande città per avere più successo, e siamo orgogliosi di portare il nome di Chiavari nel mondo”.

     
    ALFANA
    Via Martiri della Liberazione, 181, Chiavari, Italy
    0185 310711
    alfanaonline@libero.it

     

     


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