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cultura, edizione cartacea, storia locale
di Pier Luigi Gardella | 20 Maggio 2015 | in categoria/e cultura edizione cartacea storia locale
Perché si chiama così? Carasco: una “penisola” che nel '700 fu Capoquartiere di Chiavari
Corfole vi porta alla scoperta dell’origine dei nomi dei nostri paesi
Ha trovato posto lo scorso anno sulle pagine dei giornali anche nazionali, per i tragici eventi alluvionali e nel 2013 per il crollo del ponte sul torrente Sturla che causò la morte di due persone. Quel ponte, punto obbligato di passaggio per la Valle Sturla o la Val Fontanabuona, esisteva sin dal X secolo mantenendo vive le comunicazioni commerciali degli abitanti tra le riviere e le due valli. Ma la prima menzione documentata di Carasco la troviamo alla fine del sec. X nel Breviario dei Beni dell’Abbazia di Bobbio, dove nella descrizione della Marittima, vale a dire i possessi bobbiensi nel chiavarese, sono menzionati tra i beneficiari i figli di un Silverado de Calasco. Esiste in realtà una precedente citazione riportata da Arturo Ferretto nella sua opera I primordi del Cristianesimo in Liguria che identifica in Carasco nella Caurasco citata nel 909 tra i beni della basilica di San Giovanni Domnorum in Pavia. Tuttavia studi più recenti identificherebbero questa Caurasco nella odierna Cravasco in Val Polcevera. L’antico nome del paese era pertanto Calasco per diventare poi Carasco con la trasformazione della ‘l’ intervocalica in ‘r’ tipica nei dialetti e nella lingua ligure. Sul suo significato esistono due interpretazioni: la prima lo fa derivare da car (capo) e asco (corso d'acqua), in riferimento alla posizione geografica del territorio su cui si è sviluppato, in prossimità dell’affluenza del Torrente Sturla nel Lavagna. Potrebbe tuttavia, in seconda ipotesi, essere formato da un aggettivo sostantivo in asco della base latina calare, ‘scendere’ da cui nel dialetto ligure carà in memoria del fatto che esso fu un importante scalo di merci per la Lombardia. Nel secolo XI divenne feudo dei Ravaschieri, ramo dei Conti di Lavagna. Nel secolo XIII passò alla Repubblica di Genova che, nel 1120 aveva già costruito un castello sul vicino Colle di Rivarola. Nel 1660 fu gravemente danneggiato dalle inondazioni dello Sturla. Nel Settecento Carasco costituiva il Capoquartiere di Chiavari.
Il castello e il Sindaco dei record
Vale la pena spendere qualche riga sul castello di Rivarola che si presenta, nonostante sia stato soggetto a crolli e demolizioni per il reimpiego del pietrame nei terrazzamenti circostanti, come una struttura di notevoli dimensioni nella quale si leggono ancora la fase costruttiva originaria e gli interventi successivi. Esso fu realizzato dalla Repubblica di Genova nel 1132 per arginare il crescente potere dei Signori di Lavagna sul punto più elevato della “penisola" formata dal torrente Lavagna tra la confluenza con lo Sturla e l'inizio dell'Entella. Sulla base delle rilevazioni ottenute da una serie di campagne di scavo condotte negli anni '90, esso denuncia tuttavia un'antichissima frequentazione umana. Sono state, infatti, rinvenute tracce d’insediamenti risalenti all'Età del Bronzo e all'epoca imperiale romana, anche se i resti del castello medievale sono senz'altro più evidenti. Un’ultima curiosità è legata a Luigi Bacigalupo (Carasco, 1921 - Sestri Levante, 2003) che è stato ininterrottamente sindaco di Carasco per oltre cinquant’anni, dal 1951 al 2003 ed al quale è intitolata la locale scuola secondaria statale di primo grado.
Tratto da CORFOLE! del 5/2015, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata
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