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attualità
01 Marzo 2010 | in categoria/e attualita
La storia di Prospero e del fulmine paralizzante (tradotto anche in spagnolo: La historia de Próspero y del rayo paralizante)
Gentile redazione, purtroppo Pro non è più tra di noi ma credo che se avesse avuto la possibilità di veder pubblicata la sua storia ne sarebbe rimasto felice. Un caro saluto da tutti quelli che gli hanno voluto bene.
Sandro Casagrande
Sono un abitante di S. Rocco di Camogli, mi chiamo Mortola Prospero e vorrei raccontarvi un fatto non tanto bello che mi è capitato quando ero un ragazzino e facevo qualsiasi lavoro per poter guadagnare da vivere. Era l’agosto del 1947, avevo 13 anni e lavoravo come fattorino, guadagnavo 114 lire al mese, presso la guardia di finanza, che cercava di bloccare il contrabbando di sigarette che avveniva nella zona della “Cala dell’oro”. Ogni mattina partivo da S. Rocco non prima di essere passato dal panificio Maccarini a ritirare il cesto pieno di generi alimentari, appunto da portare ai finanzieri e mi avviavo, a piedi, verso il “Bricco”, località che si trovava lungo la “via dei tubi”a ridosso dei bunker che erano stati costruiti dai tedeschi durante la 2ª guerra mondiale.
Quella mattina c’era un temporale ed io, da ragazzino, mi divertivo nel guardare le saette e i fulmini che sfrecciavano nel cielo e quasi ne ridevo, inconsapevole del pericolo a cui stavo andando incontro. Giunto al riparo dove i finanzieri erano soliti sostare, sono entrato nella cucina e mi sono appoggiato ad un bancone di cemento bordato da una lastra di ferro che non ha fatto altro che attirare la scarica di uno dei fulmini che in quel momento si abbattevano sul monte. Fortunatamente non fui colpito direttamente ma rimasi paralizzato alle gambe e quindi impossibilitato a muovermi. I finanzieri vennero colpiti alle braccia e quindi poterono scappare mentre io, piangendo rimasi lì a terra.
Passò un po’ di tempo prima che tornassero in mio aiuto, dato che in quella postazione non vi era alcun modo di comunicare con la base di S. Margherita. Dovettero così andare al Semaforo Nuovo per poter lanciare l’allarme.
Arrivati i soccorsi venni stato caricato su una sedia, perché non vi era altro mezzo, e portato fino alle antenne, passando attraverso sentieri impervi sotto la pioggia e il vento. Poi, da lì, sono stato portato all’ospedale di Camogli dove mi hanno prestato le prime cure e dove rimasi circa un mese. Durante il periodo di degenza all’ospedale mi praticarono dei massaggi particolari in modo da riattivare la circolazione e quindi poter muovere la gambe. Tutto questo con dolori fortissimi specialmente quando il sangue arrivò all’estremità delle dita dei piedi. Urlavo e piangevo e per tenermi fermo ci vollero molti dottori. Di tutto questo, fortunatamente, è rimasto solo un ricordo e nella mia vita non ho più avuto problemi collegati all’uso delle gambe. Dopo questa brutta esperienza ogni volta che vedo fulmini e saette mi ricordo quel giorno con le lacrime agli occhi e comunque mi ritengo fortunato essendo qui a raccontarlo.
La historia de Próspero y del rayo paralizante
Soy un habitante de S. Rocco di Camogli, me llamo Próspero Mortola y quisiera contarles un hecho no tan lindo que me sucedió cundo fui un muchachito y hacia cualquier trabajo para ganarme lo necesario para subsistir.
Transcurría el agosto de 1947, tenía 13 años y trabajaba como changarín ganando 114 liras mensuales, para la Guardia de Finanzas que trataba de bloquear el contrabando de cigarrillos que se realizaba el zona de la “Cala dell’oro”. Cada mañana salía de S. Rocco después de pasar por la panadería Maccarini para retirar la cesta llena de artículos alimentarios y llevársela a los Financieros e iba a pié hacia el “Bricco”, localidad cercana a la “calle de los tubos” detrás de los bunkers que habían construido los alemanes durante la 2° guerra mundial.
Aquella mañana había un temporal y yo como chiquilín me gozaba con los rayos y relámpagos que se dibujaban en el cielo, inconciente del peligro en el que me encontraba. Llegado al refugio donde solían estar los financieros, entre en la cocina y me apoyé a una mesada de cemento bordeada por una placa de hierro que hizo que atrajese la descarga de uno de los rayos que en ese momento e abatían sobre el monte. Afortunadamente la descarga no me tomó de pleno pero quedé con las piernas paralizadas e imposibilitado de moverme. Los financieros soportaron la descarga en los brazos y pudieron escapar mientras que yo me quede tirado en el piso llorando. Pasó algún tiempo antes volviesen a ayudarme, dado que desde ese puesto no había forma de comunicarse con la base de S. Margherita debieron ir hasta el Semáforo Nuevo para poder lanzar la alarma cuando llegó el auxilio fui cargado con una silla dado que no había otro medio y así llevado hasta las antenas bajo el arreciar de la tormenta y de allí a Camogli donde me procuraron los primeros auxilios y donde me quedé cerca de un mes. Durante el período de convalecencia en el hospital me practicaron un serie de masajes para reactivar la circulación y así poder mover las piernas, todo con fortísimos dolores especialmente cuando la sangre llegó a la extremidad de los dedeos de los pies; gritaba y lloraba que se necesitaban varias personas (médicos y enfermeros) para tenerme quieto.
Afortunadamente, de todo esto quedó solamente el recuerdo y en mi vida no tuve algún problema que se pudiera derivar de esa fea experiencia solo que cada vez que veo rayos y relámpagos me acuerdo de ese día de mi vida con los ojos llenos de lágrimas, considerándome afortunado de estar aquí para contarlo.
Historia redactada por Sandro Casagrande basada en un escrito del protagonista Prospero Mortola, interpretada del original en italiano publicado en el Corriere Della Fontana Buona e del Levante (CORFOLE)
I commenti dei lettori
Pulce Tre non Mollo:
Sarà...per lo stesso motivo che non ci fidiamo più di "questi" politici ???? una volta colpiti......dal fulmine... bastano due gocce di pioggia e scappiamo a gambe elevate........ un saluto a Prospero... Pulce (detta Rompipalle)
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