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attualità
01 Marzo 2010 | in categoria/e attualita
LE NOSTRE CITTA' - Poteva essere una città a misura d'uomo, con servizi, mare e boschi a portata di piede, invece...
Cosa c’è di peggio di una città progettata male? Semplice: non riconoscere gli errori commessi. Va detto che è facile attribuire le colpe a una parte, se poi gli altri non riescono a dare delle alternative. La politica ha colpe, i lottizzatori immobiliari ne hanno molte altre, per non parlare di architetti. Ma la cittadinanza dovrebbe uscire dalla delega borbonica per ridiscutere il proprio futuro. Si riveda (su Youtube) l’autodifesa finale di un architetto nello straordinario film di King Vidor “La fonte meravigliosa”.
Sestri Levante negli ultimi decenni è stata disegnata con la testa in giù e i piedi in alto. I residenti si sono dovuti trasferire nelle frazioni o nei comuni montani, i giovani emigrano, a causa dell’errore di pensare al turismo come fonte meravigliosa e unica di ricchezza (servono invece le imprese produttive). Il centro è un fervore di gru, con palazzi degni di Detroit, più che di una Beverly Hills o di una Lido di Camaiore. Nei lotti in costruzione la crisi immobiliare non è arrivata e gli appartamenti si vendono bene, grazie agli investimenti a seconda casa da Milano. Il business speculativo funziona, quindi, ma i residenti sono sempre in auto: per andare al lavoro, nei supermercati, a scuola, visto che devono scendere dai monti. Nel centro le finestre chiuse per quasi tutto l’anno ci dicono che si doveva fare come in Versilia o in Trentino: costruire villette sulle colline, e aiutare le nuove famiglie in cerca di prima casa. Ne poteva uscire una città pedonalizzata e a misura di bambino, con i servizi, il mare e i boschi a portata di piede. Una sesta Terra, che avrebbe potuto –allora sì- godere del traino turistico. In questi giorni si riparla di abolire un tratto di Aurelia. Il traffico, che ora è alleggerito dalla nuova “strada-Parco”, andrebbe tutto su quest’ultima, col risultato di ingolfare via Nazionale e via Antica romana occidentale. La Strada “parco” –appena realizzata- ha molti errori strutturali: 1) La carreggiata è molto più ristretta dell’attuale Aurelia, e sarebbe sconvolta da ben 3 rotonde in 500 metri, due delle quali a gomito. La pista ciclabile diventerebbe una camera a gas, mentre il nuovissimo marciapiede è tanto largo da non permettere a due persone di camminare affiancate. L’opposizione chiede di “fare presto” a realizzare il “Parco”. Bisognerebbe piuttosto chiedere di mantenere la situazione attuale, basata su tre vie di scorrimento, se non si vuole aggravare la viabilità. Anche perché arriverà un nuovo hotel (o un residence), in una zona già soffocata da piscine comunali e Coop.
E’ chiaro che al momento l’intera area è degradata e va ridisegnata comunque, ma senza abolire una strada, cosa del tutto illogica, anche perché salterebbe anche il posteggio di Cantine Mulinetti, sostituito da uno più piccolo. Se pensiamo al posteggio di Sant’Anna, deserto e infiltrato dall’acqua, o al posteggio-Mirafiori nel nuovo quartiere ex-Fit, senza nemmeno un albero, e se pensiamo al previsto posteggio in via val di Canepa (un’area verde preziosa), il quadro è completo e il caos è una previsione logica (ma i posteggi non andrebbero realizzati sottoterra e su più piani?). Una città deserta ma piena di auto, ecco il paradosso da evitare per maggioranza, opposizioni e popolazione.
Paolo Della Sala
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