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01 Marzo 2010 | in categoria/e attualita

GRUPPO OASI FAUNISTICA ENTELLA - A piedi, in bicicletta, col binocolo e dal PC: tanti i modi per vivere appieno questo scorcio di natura che ha fan anche su facebook

Un’oasi naturalistica incontaminata - almeno in teoria- a pochi passi dalle nostre case: è l’Oasi Faunistica dell’Entella, una striscia di terra e acqua che va dalla confluenza dei torrenti Lavagna e Sturla fino alla foce del fiume omonimo e che rappresenta, a livello faunistico, un ambiente unico nella Provincia di Genova, essendo zona di rifugio e sosta per numerose specie uccelli acquatici, nonché luogo di svago per molti cittadini che lungo la pista ciclabile trovano occasione di passeggiare o svolgere attività sportiva. Recentemente è nato su Facebook, il popolare network sociale di Internet, persino un gruppo di discussione (140 aderenti) a sostegno dell’Oasi, denominato “Gli amici dell’Oasi Faunistica Entella", fondato dal lavagnese Tiberio Bertolone, appassionato naturalista e “birdwatcher”, che ci spiega: “La passione per l’osservazione e il riconoscimento degli uccelli (birdwatching), unitamente al rispetto della natura e gli animali, mi hanno dato l’idea di fondare il gruppo e far conoscere le bellezze di un angolo di territorio importante sia dal punto di vista naturalistico che culturale, vista la presenza in zona del Ponte della Maddalena, costruito nel 1200”.
Un gruppo, quindi, rivolto a coloro che amano l'ambiente e trovano in questa Oasi protetta (istituita dalla Provincia nel 1988 e facente parte della Rete Natura 2000 dell'Unione Europea) un posto per ammirare uno scorcio di natura in mezzo a tanto cemento.
“La più grande attrattiva naturalistica del corso dell'Entella attualmente è rappresentata dalla presenza di una notevole varietà di migratori nei mesi primaverili e in quelli tardo - estivi e autunnali” spiega Tiberio. “Non è quindi infrequente imbattersi in specie non propriamente "urbane" come nel 2005 quando fu osservata una gazza marina alla foce o nell'ottobre del 2006 quando sostò per alcuni giorni un pellicano. La zona del fiume Entella offre molteplici possibilità di svago e il birdwatching è una di queste poiché non necessita di alcuna base scientifica né attrezzatura particolare. Per iniziare bastano un binocolo ed un buon colpo d'occhio”.
Ma lo scopo dell’iniziativa, che si alimenta con un continuo scambio di informazioni, foto e segnalazioni, è anche quello di far conoscere lo stato in cui versa questo scorcio di natura, minacciato, come spesso succede in questi casi, dall’incuria e dall’inquinamento. “Purtroppo a volte qualcuno – denuncia il fondatore del gruppo – dimentica di rispettare come si dovrebbe questo importante luogo che abbiamo la fortuna di avere. Un esempio è dato dal grave avvelenamento avvenuto nel mese di Agosto del 2009 con oltre 350 animali morti, e sul quale non è ancora giunta alcuna risposta chiarificatrice da parte degli Enti preposti”.
Una situazione denunciata anche dall’associazione ambientalista Ayusya che sospettò che a causare la moria di pesci e volatili fosse l’azione di un potente ratticida (il bradifacoum): presenza che fu rilevata anche dagli esami tossicologici effettuati su due pennuti, su sollecito della stessa associazione, dall’Asl 4, seppure lo stesso ente non espresse, all’epoca, pareri sulla probabile causa di un tale disastro ambientale, limitandosi a sostenere che la moria di pesci fosse dipesa dalla scarsa ossigenazione dell’acqua, tipica del periodo estivo.
Resta il fatto che l’Entella, già declamato per la sua bellezza nientemeno che da Dante Alighieri, che gli dedicò alcuni versi della sua celebre Divina Commedia, rimane un luogo affascinante, frequentato da moltissime persone, specie in estate, un bene sicuramente da salvaguardare e mantenere il più possibile intatto.
“Viviamo la natura – conclude Bertolone - impariamo ad apprezzarla, rispettarla, amarla, eperché no, riscoprirla stando comodamente seduti di fronte al pc di casa. Questogruppo ne offre la possibilità.”
Francesco Moggia
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