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attualita, cultura, storia locale
di Silvia Franchi | 09 Luglio 2013 | in categoria/e attualita cultura storia locale
Su e giù da Montallegro appesi alle funi: costruita nell'età d'oro della cittadina, la funivia di Rapallo è unica nel suo genere e in molti vorrebbero potenziarla, valorizzandola sia come mezzo di trasporto sia come attrazione
Chi è nato e cresciuto a Rapallo – e chi da anni la frequenta – vede come un elemento perfettamente integrato nel territorio le due cabine di colore blu intenso che si muovono avanti e indietro lungo i cavi che dalla zona di via Betti salgono fino all’inizio della scalinata che conduce al Santuario di Nostra Signora di Montallegro. Come se fossero lì da sempre. Un po’ come il Castello sul Mare o la Torre Civica: simboli della cittadina, che i rapallini (e rapallesi) guardano come se fossero vecchi amici. In realtà non tutti sanno che la funivia è l’unico impianto di questo genere in tutta la Liguria, il che la rende a tutti gli effetti una delle attrattive turistiche e culturali più particolari della regione.
Inaugurata nel 1931 durante ‘l’età d’oro’ di Rapallo
Culturali perché l’impianto è stato realizzato per collegare in centro cittadino al Santuario mariano che domina dalla sommità della collina: fulcro della storia e delle tradizioni di Rapallo dal 1557, anno in cui i documenti riportano l’apparizione della Madonna ad un contadino di Canevale, Giovanni Chichizola. L’inaugurazione è anch’essa di vecchia data e si colloca a cavallo tra le due Grandi Guerre, “l’età doro” della cittadina a livello culturale. Il calendario segnava infatti il 31 marzo 1928 quando iniziarono ufficialmente i lavori di realizzazione dell’impianto; il taglio del nastro avvenne due anni dopo, il 29 agosto 1934, anche se gli utenti dovettero aspettare l’anno successivo prima di poter usufruire ufficialmente delle due cabine per percorrere i 600 metri di dislivello tra quello che oggi è piazzale Solari e lo spiazzo sottostante il bianco edificio di culto che svetta tra il verde della collina. Nel corso degli anni, la funivia è stata oggetto di diversi interventi di ammodernamento e manutenzione: dalla sostituzione delle cabine a quella dei piloni (anche se la base degli antichi tralicci è ancora parzialmente presente alla base di quelli attuali): operazioni che hanno portato a periodi di interruzione del servizio, anche negli anni più recenti.
Non solo Santuario: le cabine portano turisti, tanti stranieri, anche sui sentieri
Oggi le due cabine azzurre si muovono regolarmente in direzione opposta lungo i cavi che risalgono il dorso della collina. Per i pellegrini diretti al santuario il tragitto in funivia è un’esperienza irrinunciabile, così come per gli escursionisti, che da Montallegro imboccano poi svariati e suggestivi percorsi. Guardare attraverso il vetro della cabina il panorama mozzafiato che si distende fino al promontorio di Portofino è uno dei ricordi che i rapallesi portano dentro fin da bambini e che molti “ospiti” hanno modo di apprezzare nelle loro passeggiate alla scoperta delle bellezze del Tigullio. I dati vedono una media che oscilla tra i 20 e i 30mila utenti. “I mesi più gettonati, meteo permettendo, sono maggio e settembre: periodi di pellegrinaggi da parte di confraternite e comitive – osserva Alessandro Banti (in foto), capo servizio per conto della Doganaccia 2000 srl, l’impresa che da anni gestisce la funivia – Molti fruitori sono stranieri: ultimamente sono aumentati i francesi, tanti sono sempre i tedeschi, da sempre appassionati e affezionati alle bellezze del nostro paesaggio”. Anche durante la “tre giorni” delle Feste di Luglio, non manca chi sceglie la funivia per salire al Santuario a rendere omaggio alla Madonna di Montallegro, tanto da alimentare una piccola polemica. La mattina del 1 luglio, infatti, tanti pellegrini salgono al Santuario, a piedi lungo la mulattiera o in auto o scooter sulla provinciale, per assistere alla Novena dell’Alba. Alcuni hanno espresso il desiderio di utilizzare la funivia, almeno nel viaggio di ritorno, ma questa soluzione non è percorribile: “Le normative sono molto severe – prosegue Banti – Nel caso di Rapallo, per effettuare orario notturno è richiesta anzitutto la pulizia dell’area sottostante alle funi; poi bisognerebbe predisporre un raccordo con i sentieri da rendere agibile in caso di evacuazione dei passeggeri: una procedura che, in caso di blocco, viene praticata o tramite calata a terra, o mediante carrello di soccorso. In entrambi i casi, condizione necessaria per attuare le operazioni è l’illuminazione dell’impianto, inclusi i piloni, tramite deviazione della linea Enel o con l’uso di un gruppo elettrogeno. A ciò si aggiunge l’impiego di personale in orario notturno. Già da qui si intuisce che il problema è essenzialmente di costi, che sarebbero molto elevati in rapporto all’utilizzo effettivo. Le richieste, infatti, non mancano. Ma quando abbiamo provato ad attuare il servizio durante la Novena gli utenti non sono stati molti: giusto una trentina, e tutti concentrati la mattina del 1 luglio. Insomma, rientrare nelle spese sarebbe impossibile se non aumentando notevolmente il costo del biglietto”.
Dai modellini alla funivia vera: quando la passione diventa lavoro
Quella di Banti per le funivie è una vera e propria passione: da piccolo si divertiva a giocare con modellini di teleferiche e aeroplani. Il passo successivo è stato quello di applicare questa passione nella realtà lavorativa. “Lavoro all’impianto di Rapallo da 18 anni, a parte una parentesi a Como nel 2000, anno in cui tra l’altro la funivia di Montallegro rimase per alcuni mesi inattiva per effettuare accertamenti e individuare le responsabilità a seguito dell’episodio che si era verificato l’8 aprile di quell’anno, quando le due funi si erano accavallate causando una fermata d’emergenza non prevista – racconta – Per il resto, sono qui dal 1995, cioè da quando il Comune di Rapallo ha privatizzato il servizio. Se può essere ulteriormente potenziato? Direi di sì, soprattutto dal punto di vista della promozione. La segnaletica stradale, per esempio, non è adeguata: sono gli stessi turisti, soprattutto gli stranieri, a sottolinearlo. Non solo riferendosi alla cartellonistica sulla funivia, ma anche per arrivare a Montallegro con l’auto. In più, ci ha un po’ penalizzati l’eliminazione della sosta temporanea per i pullman in fondo a via Maggiocco (per via del divieto di transito dei mezzi pesanti sulla copertura del torrente san Francesco), dove scendevano le comitive, perché era la più vicina al piazzale della funivia. In realtà, negli ultimi anni so che si è cercato di fare qualcosa in più per la promozione turistica che ruota attorno a Montallegro, funivia compresa; poi, credo che il tutto sia andato rallentando. Se si riprendesse a muoversi su questa strada, sarebbe senz’altro cosa positiva”.
Tratto da CORFOLE! del 7/2013, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata
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