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attualità
01 Aprile 2009 | in categoria/e attualita
Sparabricchetti, Ou duca, Felice Manin e Paolino "Cumbinemu": naufraghi e avventurieri nella storia della città dei due mari
“Allegria di naufragi”, cantava il poeta Giuseppe Ungaretti, ma un naufragio non è mai allegro. Spesso è una tragedia. A volte va meglio, come capitò a un leudo vinaccere, partito da Sestri e naufragato tra L’Elba e Piombino. A bordo v’erano “Sparabricchetti” e “Ou duca”, più un terzo uomo la cui famiglia vuole tener celato il nome, chissà perché. L’evento divenne famoso perché i naufraghi mandarono un telegramma a casa: “La barca è persa, ma la vita è salva”.
La storia di Sestri Levante è ricca di naufragi: qualche mese fa abbiamo ricordato del recchese Lorenzo Gardella che, andato a picco nelle acque del Pacifico, restò traumatizzato e non volle più riprendere il mare, così diventò un imprenditore di successo, prima con un impianto idroelettrico a Bargonasco e la Fabbrica Italiana Tubi (FIT) e poi convincendo Erasmo Piaggio ad aprire i cantieri navali a Riva Trigoso.
Un altro naufragio coinvolge lo stesso sindaco Andrea Lavarello. I Lavarello di Genova infatti, prima di diventare armatori, erano già legati al mare. Uno di loro naufragò con altri marinai nell’Oceano Atlantico, nell’isola di Tristan da Cunha. Era il 1892, i naufraghi si fermarono nell’isola che adesso è ricca di cognomi liguri. Al largo della baia di Sestri Levante ci sono i resti (nulla di prezioso) di un’antica nave romana.
Torniamo ai leudi col “Felice Manin” e i suoi armatori Lena, Stagnaro e Paolino Ghio, detto “Cumbinemu”. La barca, adibita al commercio di formaggi dalla Sardegna, naufragò a Riva Trigoso nel 1931. Il Felice Manin ha portato nel mondo la gloriosa storia dei leudi (il cui nome deriva da “liuto” per via della forma). Venne restaurato e passò di mano a più riprese, finché -nel 1982- non vinse la prima edizione della regata delle barche d’epoca, a Porto Cervo. Di là andò al Salone Nautico dove guadagnò un francobollo commemorativo. Poi il comandante Capellini lo portò verso San Salvador sulla rotta di Colombo, nel 1984. La barca andò a Nassau e Miami, dove Capellini ottenne le chiavi della città. Nel 1985 il Manin venne presentato a Washington. Fu riportato in Liguria in pompa magna ma poi rimase abbandonato nell’Arsenale di La Spezia, e ancor oggi è un relitto di terra, dopo una grande storia di mare.
Il “Ferdinando Bregante” è visibile sulla spiaggia di ponente in tutte le foto d’epoca. Nel 1945 subì un bombardamento, dopo di che venne ripristinato. Nel 2000 ha ricominciato a navigare per diporto, per il Comune di Lavagna. Peccato, per Sestri Levante.
Lunga anche la storia del “Nuovo Aiuto di Dio”, costruito a Sestri nel 1924 per la famiglia Zolezzi. E’ l’unico leudo ancora presente sulla spiaggia, grazie all’armatore Mosé Bordero, l’ultima traccia della gloriosa marineria sestrina.
Negli anni ’70 a Sestri naufragò un giovane del Madagascar. Era figlio di un fattore francese e di una donna locale. Divenuto grande, volle andare in Francia per conoscere un padre mai visto. Quest’ultimo non lo considerò per nulla, allora il giovane si mise a lavorare nell’edilizia, ma precipitò da un’impalcatura e restò semiparalizzato, senza assicurazione. Con i pochi risparmi decise di prendere il mare su una piccola barca, diretto in Madagascar attraverso Suez. Partito da Nizza naufragò a Sestri. Rimase qui per diversi mesi, ospite dei marinai della Capitaneria e di alcuni cittadini. Poi la sua ambasciata provvide al rientro in patria.
Il porto di Sestri Levante ha avuto una storia importante, perché serviva al trasporto del rame dalle miniere di Libiola verso l’Inghilterra. Ora il porto riprende vita grazie allo Yacht Club, i cui locali ristorante e bar sono ora nelle mani di un professionista di grande esperienza. Lo Yacht club ripristina anche gli sport e la cultura legati al mare. Nei suoi locali uno dei massimi esperti al mondo di cetacei, il ligure-americano Alessandro Bocconcelli, ha tenuto una splendida conferenza sulla popolazione dei mammiferi marini del nostro mare. L’evento era organizzato in collaborazione con Nua Natua. In città si tornano a vedere le vele. Sono quelle dei giovani che parteciperanno alle regate di PrimaVeraVela organizzate da Comune, Fondazione Mediaterraneo, Scuola vela Vento di Mare di Andrea Henriquet, Lega Navale e Yacht Club. Ma, se il mare risorge, è l’urbanistica della città a naufragare, con il cemento che sale come una marea da Costa Brava, e l’imprenditoria arranca.
Paolo Della Sala
I commenti dei lettori
anonimo:
Vivace il giornale e ben colorato. Conosco BENE una situazione difficile che ogni anno con le piogge e le mareggiate si ripete. le spiagge del tigullio invase da materiali RICICLABILI...... che vengono bruciati di notte con enormi falò. Poche o nulle migliorie sono state apportate nella soluzione del problema che è comunque e senza grosse difficoltà risolvibile. Sono a disposizione per ogni ragguaglio.
mabynavone.it
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di Giansandro Rosasco
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