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01 Giugno 2009 | in categoria/e attualita

Fino al 5 LUGLIO: “Paesaggi nascosti. Le zone umide, un patrimonio da scoprire” Centro visite del Parco Naturale Regionale dell’Aveto

Promossa da: Direzione Regionale per i Beni Culturali e Paesaggistici della Liguria, Laboratorio di Archeologia e Storia Ambientale (DISMEC – DIPTERIS) dell’Università degli Studi di Genova e dalla Regione Liguria – Dipartimento Pianificazione Territoriale – Servizi Parchi e Aree Protette.
Con la collaborazione di: Comune di Genova, Parco Naturale Regionale dell’Aveto e Parco Naturale delle Capanne di Marcarolo.


Dal 6 giugno al 5 luglio pp.vv. (venerdì sabato e domenica dalle 8,00 alle 12.00) sarà possibile ammirare le molteplici sfaccettature di un mondo “nascosto sotto gli occhi di tutti”. Paludi, torbiere, zone con elevata presenza d’acqua, sono ambienti ecologicamente fragili e per questo a rischio, che ospitano numerose e particolari specie vegetali e animali, quali ad esempio, diverse specie di uccelli migratori.
Nel percorso espositivo è possibile scoprire, nell’alternarsi di immagini fotografiche, reperti e video, in che modo le comunità montane abbiano modellato e “costruito” il paesaggio culturale, ad esempio modificando la copertura vegetale attraverso pratiche agro-silvo-pastorali, e viene svelato come le zone umide liguri siano dei veri e propri archivi bio-stratigrafici, che hanno conservato tracce più o meno invisibili della millenaria evoluzione dell’ecosistema di cui fanno parte.
Indicate localmente con diversi nomi geografici quali ad esempio: sprugola, moggia, pramollo, piani lago, ed analizzate nelle loro strutture e caratteristiche, raccontano la storia dei nostri paesaggi.
Il loro sottosuolo impregnato d’acqua e quasi privo di ossigeno infatti, può conservare inalterati per lungo tempo legno, fibre vegetali, tessuti, alghe, carboni e altri oggetti invisibili ad occhio nudo. Questi resti permettono di ricostruire la storia degli ambienti che li hanno prodotti e custoditi per millenni: come si sono formate le zone umide? In quale antico paesaggio? Le torbiere dell’Appennino Ligure, essendosi formate in piccoli avvallamenti, hanno potuto catturare e conservare spesso per millenni tracce degli ambienti passati e delle attività svolte dall’uomo. Molte di esse ebbero origine alla fine dell’ultima era glaciale, circa 10.000 anni fa, quando alcune depressioni vennero liberate dal ritiro dei ghiacciai.

Ma alcune invece, hanno avuto storie assai diverse...

In Val d’Aveto, uno scavo archeologico in estensione di una torbiera ha permesso di rinvenire alberi fossili o sub-fossili, soprattutto di abete bianco (allora molto più diffuso di oggi) risalenti tra il IV e il II millennio a.C. che hanno fornito preziose informazioni sulla foresta dell’epoca. Reperti e testimonianze saranno esposti nella mostra.

Cos’altro aggiungere se non l’augurio di avervi incuriositi a scoprire questo magnifico mondo nascosto.

Parco dell’Aveto - Sede di Rezzoaglio
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tel 0185/870171 fax 0185/871928

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