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    attualità

    02 Novembre 2011 | in categoria/e attualita

    Fincantieri e Riva: dei tempi d'oro con le navi in legno, preziosi capolavori di artigianato, degli operai in pausa sulla spiaggia e dello spaccio alimentare. Anche quello ormai chiuso.

    Fincantieri e Riva: dei tempi d'oro con le navi in legno, preziosi capolavori di artigianato, degli operai in pausa sulla spiaggia e dello spaccio alimentare. Anche quello ormai chiuso.In foto: varo della nave Principessa Iolanda

    Le alte gru gialle ed i capannoni grigi sono parte integrante del panorama di Riva. Il borgo e Fincantieri sono da sempre quasi una cosa sola, cosa che spesso non piace ai turisti che trovano la struttura troppo ingombrante. I ricordi di noi bambini, che giocavamo sul piazzale della chiesa, sono invece legati alle corse degli operai in tuta blu o verde che alle undici e trenta del mattino correvano per recarsi alla mensa facendo a gara tra loro, e così alle cinque del pomeriggio per andare a farsi la doccia: noi aspettavamo questi momenti come l’evento della giornata. A Natale veniva organizzata una festa nei saloni del cantiere per noi bambini, figli degli operai, oppure al cinema Ariston di Sestri Levante dove veniva proiettato anche un cartone Disney e Babbo Natale era solito portare alcuni doni.
    Erano gli ultimi anni ’80 e i primi anni ’90; quante cose sono cambiate!
    Lo spaccio alimentare è stato chiuso da anni, gli operai sono nettamente diminuiti ed hanno lasciato il posto a numerosi ragazzi stranieri di ditte esterne che nelle ore del pranzo si ritrovano numerosi con i loro caschetti rossi e gialli e la tuta marroncina in passeggiata mare. Lo scorso maggio tutto il paese è sceso in piazza accanto agli operai per protestare contro la chiusura dello stabilimento, dando vita alla più grande manifestazione mai vista a Riva. Ad oggi la Fincantieri di Levante sembra “salva”…
    Ma qual è la sua storia? Anzi la nostra storia di paese cantieristico navale? Quando e con chi è iniziato tutto?
    Erasmo Piaggio, banchiere, senatore del regno d’Italia ed importante industriale genovese, fonda nel 1897 il cantiere navale di Riva, impiantato due anni più tardi dalla Società esercizio bacini. Da subito il lavoro procede a pieno ritmo con la realizzazione di un primo bacino galleggiante, due barche a vapore, Zelina e Flora, e i piroscafi postali Flavio Gioia e Amerigo Vespucci. Nel 1925 i cantieri prendono il nome di Cantieri del Tirreno. Gli operai costruivano barche in legno, lavoravano con strumenti oggi sconosciuti, “i bighi, le asce, le mazze con le plance che servivano per trasferire sulle navi macchinari e attrezzature di bordo” come raccontava Edoardo Bo. Le figure di artigiani erano numerose: carpentieri, ribattitori, calderai, fabbri, battilama…
    Durante la guerra solo nomi ‘coraggiosi’ per le navi: Impavido, Impetuoso, Indomito ed Intrepido.
    Poi gli anni della guerra ed il 1944 con i feroci bombardamenti sugli stabilimenti. Sono anni durante i quali si varano comunque numerose navi che portano nomi che richiamano il coraggio, la forza; sono gli Avvisi Scorta Impavido, Impetuoso, Indomito ed Intrepido. Nel 1966 il cantiere prese il nome di Cantieri navali del Tirreno e riuniti, nel 1974 Cantieri navali riuniti ed infine dal 30 giugno 1984 Fincantieri-Cantieri navali italiani.
    Un aspetto è rimasto intatto nel tempo, quello del varo.
    Un momento di festa sentito da tutti, al quale tutti partecipavano, compresi i ragazzi delle scuole spesso accompagnati dalle maestre. Da una parte la spiaggia di Riva e Renà colma di gente emozionata, con la stessa commozione ogni volta, dall’altra la cerimonia solenne presieduta dal parroco che benedice la nave dopo aver posto sulla prima lamiera di prora un rametto di ulivo. La madrina infrange sulla prora una bottiglia di spumante all’atto del taglio del nastro con la frase “Nel nome di Dio taglia!”. Le sirene fischiano, gli operai demoliscono velocemente le taccate su cui poggiano gli scafi urlando di gioia, la nave raggiunge il mare e noi, sulla spiaggia, pieni di meraviglia non ci stancheremo mai di applaudire commossi il lavoro dei nostri operai.

    Maura Bregante
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    Tratto da CORFOLE! del 11/2011, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata


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    un reparto negli anni ‘60un reparto negli anni ‘60

     


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