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03 Ottobre 2011 | in categoria/e attualita

VAB: diventare volontari per salvaguardare il territorio. E tra "cacciatori, fungaioli, amanti dei boschi e della natura" c'è anche una donna

I mezzi dotati di botte, Robertino Puppo, Dal Ri Fiorenzo e Taddei Alberto

E’ tornata a essere intercomunale la squadra di antincendio boschivo della Val Petronio. Un passo molto atteso dagli stessi volontari, dopo lo scioglimento della squadra avvenuto a seguito del venir meno della relativa Comunità Montana, quella della Val Petronio appunto, cui faceva capo: “Una situazione ingestibile da parte dei singoli Comuni, anche in ragione del numero esiguo di Vab” spiega Robertino Puppo, per una decina d'anni a capo della squadra intercomunale che raggruppava i Comuni di Casarza Ligure, Castiglione Chiavarese, Moneglia e Sestri Levante. Gli stessi che oggi sono tornati a essere uniti da una convenzione che ha ripristinato la squadra e le sue funzioni. Sarà lui quindi a rispondere alle eventuali chiamate della Forestale e radunare nel più breve tempo possibile i volontari per raggiungere il luogo dell’incendio, pensando al contempo a organizzare già un secondo turno nell’ipotesi che il rogo impegni la squadra per molte ore, dato che i Vab non possono rimanere sul campo più di otto ore consecutive. Azioni preliminari da svolgersi nel giro di poco tempo, per non perdere minuti preziosi: “A differenza di altre forme di volontariato, come ad esempio quello nelle pubbliche assistenze, noi possiamo rimanere anche diverse settimane o persino mesi senza essere chiamati all’azione, anzi, è quello che speriamo – prosegue Puppo – ma una volta allertati occorre scattare subito e da lì non perdere neanche per un attimo la concentrazione, perché un incendio non è mai uguale a un altro e basta un attimo per ritrovarsi in situazioni di pericolo”.
Il pericolo, certo, il fuoco, il fumo: per fare il Vab ci vuole davvero coraggio. Non avete mai paura? “Una volta entrati in azione non c’è tempo per averne – risponde il coordinatore dei Vab, che, scherzando, aggiunge – certo, ci vuole anche una dose di incoscienza”. E invece, in realtà, per affrontare un incendio bisogna essere sempre presenti a se stessi, mantenendo i nervi saldi e il sangue freddo. Lo sanno bene i membri della squadra, attualmente 14, che per poter agire sul campo hanno dovuto superare il corso di formazione obbligatorio organizzato dalla Regione. Puppo li descrive come “cacciatori, fungaioli, amanti dei boschi o della natura”: il vice capo squadra Fiorenzo Dal Ri, Francesco Chiappe, Nicolò Olivieri, Riccardo Sammarchi e Andrea Vidali, tutti da Sestri come lo stesso coordinatore; da Casarza vengono i due vice Angelo Maggio e Roberto Paganini, Massimiliano Cacchioli, Fabrizio Petrone, Alberto Taddei e l'unica Vab donna, Erika Pegni. Completano la squadra Andrea Mulas da Castiglione e il giovane Ettore Maggi di Moneglia. Quest’ultimo ha solo 23 anni, ma fa il volontario già da due e ha partecipato a interventi a Moneglia, Ziona e Santa Vittoria: “Al corso di formazione ti insegnano, ma sul campo è un altra cosa” dice.
E infatti, per diventare un buon Vab, occorre anche essere affiancati da chi ha più esperienza: “Ogni incendio presenta un elevato numero di variabili – illustra Puppo, volontario da 25 anni – per questo appena entra uno nuovo, lo mettiamo insieme a un anziano, affinché possa guidarlo e intanto, soprattutto agli inizi, anche proteggerlo”.
Nel tempo i volontari devono aggiornarsi svolgendo anche altri corsi, come quello base per esperti, riservato a chi abbia all'attivo oltre 300 ore di intervento, effettuato da Puppo e i vice, che nella loro esperienza ricordano ancora incendi tragici come quello di Sestri del 2004, da Riva a Moneglia, e quello di Sant'Anna e Santa Vittoria. Roghi in cui i Vab hanno dato il massimo, intervenendo con la dotazione a disposizione: un’autobotte Bremak da 1500 litri d’acqua e un Nissan con botte da 500 litri, a cui si aggiungono altri tre mezzi per il trasporto delle persone e delle attrezzature. E, ancora, sono i roghi più disastrosi come quelli citati a spingere Puppo a lanciare un appello ai giovani affinché entrino a far parte della squadra: “Abbiamo bisogno delle nuove generazioni da affiancare a noi più esperti per farne i Vab del domani – spiega – e poi, se ci ampliassimo di numero, potremmo pensare a servizi extra, come organizzare turni fissi in sede e svolgere interventi di manutenzione sui sentieri”. L’appello è fatto, a voi rispondere.
Francesca Vulpani
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Tratto da CORFOLE! del 10/2011, con 25.000 copie gratuite: la testata più diffusa del Levante © Riproduzione vietata

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