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01 Novembre 2008 | in categoria/e attualita

Recco, quanto mi cementi? Ma per le casse del Comune l'urbanistica resta una delle ultime fonti di sostegno

Giuseppe Rotunno

Il programma urbanistico comunale di Recco ha destato perplessità nella cittadinanza, tanto da sfociare nella creazione di diversi comitati a tutela dell’ambiente. Carlo Cipriani, consigliere dell’opposizione, si fa portavoce del Comitato Ambiente Recco e snocciola i punti contestati, partendo dal forte incremento insediativo preannunciato nelle vallate: ”Puntare su un’urbanizzazione così massiccia significa portare Recco ad una crisi facilmente preventivabile, si aumentano le residenze senza adeguare servizi e strutture, nelle ore di punta all’altezza del nodo autostradale la viabilità è già critica adesso, senza dimenticare la crescente residenzialità del Comune di Avegno.”
Mancanza di lungimiranza allora, ma Cipriani incalza: ”Questo piano ha privilegiato l’edilizia privata, ma quella a fine speculativo che porterà alla cementificazione delle colline per costruire palazzine in aree di cornice come Megli dove le terrazze sono coltivate ad oliveti risalenti al periodo romano e medioevale. Quando si smetterà di concedere ai costruttori accordi sconvenienti per la cittadinanza? Recco non ha bisogno di opere faraoniche, ma di programmi che sviluppino concretamente una situazione di maggiore vivibilità.”
Giuseppe Rotunno, assessore all’Urbanistica boccia in totum le osservazioni, promovendo un approccio speculare alla questione: ”I Comuni, ed è di dominio pubblico, sono senza risorse, l’accordo con il privato è lo strumento base che ci consente di ottenere per Recco miglioramenti e strutture che non potremmo mai permetterci con le entrate comunali. Il nostro Piano è stato approvato da Regione e Provincia, come avrebbero potuto farlo se non fossero stati rispettati gli standard, verde pubblico, posteggi, strade e scuole, in prospettiva della prevista crescita urbana? Chi parla di speculazione demonizza i costruttori, senza considerare che non si costruisce per filantropia, ma per affari, per un guadagno che è legittimo nel rischio d’impresa”. Recco aspetta ancora che le parole diventino fatti, il mare si alza, sul molo di Ponente gli operai lavorano. Gli scogli sistemati durante l’opera di riqualificazione di Punta S.Anna facevano da scivolo alle onde e ora si procede a contenere gli errori dei vecchi lavori.
Fabrizio Dentini