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    attualità

    01 Novembre 2008 | in categoria/e attualita

    STRANIERI NEL TIGULLIO 3 - Conosciamoci, anzi no: la comunità ecuadoriana punta all'incontro tra popoli, quella cinese alla separazione

    STRANIERI NEL TIGULLIO 3 - Conosciamoci, anzi no: la comunità ecuadoriana punta all'incontro tra popoli, quella cinese alla separazioneMagdalena Burgos Zambrano, presidentessa ass. ecuadoriana Rapallo

    A Rapallo ci sono circa 200 famiglie dall’Ecuador e Magdalena Burgos Zambrano (nella foto) è la presidentessa della Associazione ecuadoriana e ispanica locale. Vive in Italia da 13 anni e con i suoi soci intende promuovere attività che portino la città verso una maggior conoscenza della cultura latinoamericana. Partendo dalla storia e dai problemi recenti dell’Associazione, Magdalena racconta le difficoltà quotidiane dello straniero nel nostro Paese, problemi burocratici, lavoro nero, tanta, troppa diffidenza. “Abbiamo chiesto al Comune uno spazio per attività informative, culturali, sociali. Dobbiamo cercare di conoscerci meglio e per questo ci rivolgiamo a tutti i cittadini”
    Castagneto, Assessore all’Immigrazione spiega: ”Dare spazi ad ogni associazione ci è impossibile, mettiamo a disposizione di volta in volta quelli esistenti. Comunque, affittando da privati possono poi accedere ai contributi per il rimborso”.
    Magdalena evidenzia che la buona parte dei problemi riguarda i permessi di soggiorno, che impiegano più di un anno per essere ricevuti, spesso arrivano già scaduti e costano 75 euro. Tutto il processo è gestito da Roma e si perde troppo tempo perché anche se in regola, i documenti viaggiano per tutta Italia per poi tornare alla Questura di partenza. In questo modo si favorisce il lavoro nero e tutto ciò che ne consegue. Sulle proposte dei politici in materia di immigrazione ha molto da ridire: ”Il permesso a punti è un’offesa per i lavoratori onesti. Per una minoranza che delinque ci penalizzano tutti, perché non iniziano invece a dare il permesso immediatamente una volta controllati i documenti? Le classi separate poi non hanno senso, se si separano i bambini come si spera di raggiungere l’integrazione? Per le mancanze linguistiche sarebbe meglio un recupero pomeridiano”.
    Alessandro Puggioni (nella foto) assessore alla Sicurezza replica: ”Molti stranieri con il permesso di soggiorno si macchiano di delitti e poi la fanno franca, occorre che chi sgarra torni a casa.. In merito alle classi separate sono d’accordo, perché le differenze linguistiche rallentano gli studenti italiani e questo non è razzismo vale anche ad esempio per il figlio di un americano. Bisogna dare a tutti gli stessi strumenti, tutti meritano la possibilità di emergere. In condizioni di malessere a diventare razzisti si fa presto, soprattutto nelle periferie, bisogna disinnescare questa spirale.”
    Rimaniamo a Rapallo per cercare di conoscere un’altra comunità molto ampia nel Levante, ma molto diversa da quella ecuadoriana soprattutto per quanto riguarda l’intenzione d’integrarsi nel nostro Paese. Parliamo della comunità cinese, caratterizzate dall’instancabile attività commerciale, con negozi restano aperti ad oltranza e merce a bassissimo prezzo. Dopo l’allarme melamina nel latte e prodotti derivati ci si chiede come abbiano reagito. Siamo andati a chiederglielo direttamente con un porta a porta per negozi, ma la maggior parte degli esercenti ha preferito evitare il dialogo. L’unica persona con cui siamo riusciti a scambiare due chiacchiere è Sabrina, giovanissima cinese cresciuta in Italia che lavora come commessa nel negozio di famiglia: ”Siamo a Rapallo dal ’94 e ci troviamo abbastanza bene, la nostra vita è il lavoro, sempre, anche la domenica. In Cina c’è tanta gente che ha necessità di lavorare e il ricambio è alto, se smette uno c’è subito pronto un altro e lo stipendio massimo è di 200 euro al mese.” Forse la mancanza di diritti nel Paese di origine li fa stare perennemente in guardia. Certo è che l’integrazione parrte anche dalla conoscenza reciproca.
    F. D.


     


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